Tutti odiano Valor Kand.
Tutti odiano Valor Kand l'usurpatore, colui che ha rubato la magia del nome Christian Death al legittimo proprietario, addirittura additato di aver spinto il "povero" Rozz Williams verso un tragico destino chiamato suicidio.
Tutti odiano i Christian Death di Valor Kand: da Williams Faith dei Faith and the Muse (i quali non perdono occasione ad ogni concerto di riproporre qualche cover dei Christian del defunto Rozz insultando Valor) fino ad ex compagni di avventura quali "Bari-Bari" Galvin (principale songwriter di "Atrocities", primo Lp dell'era Kand al comando unico e mastermind dei Mephisto Waltz), passando per l'ex "amante/concubina/cantante/circense/madre di suo figlio Sevan" Gitane Demone, fino alla compagna storica di Rozz Williams, cioè Eva O, che in tutti i modi ha cercato di buttare fango sul nostro non-eroe.
La stampa specializzata odia Valor Kand, ritenuto autore molto modesto a dispetto della pomposità delle sue affermazioni e della pretenziosità delle sue opere.
Non meno lo odiano i fan della prima ora e non, i quali gli rinfacciano di aver completamente snaturato il concetto filosoficamente dissacrante e anti cristiano dall'anima post-punk degli esordi, trasfigurandolo in una macchietta disgustosamente volgare ed insulsa, senza fondamenti, priva di quel pathos e di quel dolore/autolesionismo kafkiano che il solo buon Rozz poteva garantire.
Persino l'FBI lo ha tenuto d'occhio per alcuni anni, tanto che il sito web ufficiale della band, prima di essere visualizzato nella sua interezza, esponeva la scritta di sito sotto investigazione federale.
Eppure, ostinato e convinto di sé, il nostro Valor ha continuato inopinatamente a registrare album, a fare concerti ovunque fosse possibile, a rivoluzionare la formazione, ad essere maledetto da tutti, a raccattare, strisciando, contratti discografici per poter sbarcare il lunario ed incidere la sua "arte".
Arte che a volta ha giustificato l'odio di molti, basti pensare a dischi come "All the Love /All the Hate", "Sexy Death God" o "Prophecies" , mentre altre volte ha saputo produrre notevoli espressioni musicali quali "Atrocities", "The Wind Kissed Pictures", "Insanus, Ultio, Proditio, Misericordiaque" (ultimo lavoro nella quale si ha la compresenza sotto la stessa egida di Rozz e Valor) e "Pornoghraphic Messiah", di cui ci accingiamo a parlare più approfonditamente.
L'album in oggetto di recensione viene pubblicato nel nella primavera del 1998 a due anni distanza dal disastroso "Prophecies" (qualche spunto davvero tenebroso c'è ma si perde in un marasma sonoro incredibilmente inconcludente) e rappresenta un bel cambio di direzione: dalla produzione all'elaborato artwork, si può notare una forte volontà di ringiovanimento, di distaccamento definitivo dalla malsana mediocrità delle pubblicazioni dei dieci anni precedenti ("Insanus....." a parte, ma questo è un parere personale). Non ultimo l'ennesimo tentativo di distaccamento anche dai cliché gothic/death rock, dai quali a lungo Valor ha cercato, inutilmente, di sfuggire per poi generare chimere mostruose ma inefficaci (vedi sopra).
"Pornoghraphic Messiah" si presenta suddiviso in tre atti , "Devine Manifestation", "Dissent and Decadence", "Philtre of Death" (con relativi booklet) nei quali il buon Valor, coadiuvato dalla prorompente e "fedele" Maitri, cerca di descrivere "a true life drama of humanity", cioè l'ennesima disserzione sulle religioni monoteistiche/politeistiche e relative conseguenze (nulla di originale ne tanto meno trattato con cognizione di causa a livello lirico).
Dal punto di vista prettamente sonoro questo Lp è davvero variegato: dalle classiche deathrock songs (dal riconoscibilissimo songwriting kandiano) "She Never Woke Up", "The Millenium Unwind" e "Oscene Kiss" rivisitate in chiave, diciamo, moderna (quindi con un po' di elettronica in ausilio), fino a mostruosi connubi tra riti tribali africani e rock come in "The Origin of Man", passando per le meravigliose atmosfere mediorientali di "The Lie Behind the Truth", e quindi per l'electro gothic metal danzereccio di "I Weave My Spell".
Da notare anche la presenza di due cover nel secondo atto, cioè le sexy ed allusiva "Washing Machine" (di cui però non ho trovato altre informazioni utili per scoprire gli originali esecutori) e la sfacciatamente perversa "Sex Dwarf" dei Soft Cell di Marc Almond: quest'ultima, rispetto all'originale ha acquisito maggiore vigore sonoro dovuto all'uso delle chitarre distorte e di un cantato più mascolino.
Nell'ultimo atto le sonorità si fanno più soffuse e drammatiche, depresse e romantiche, come nella pregevole suite "Die With You" e nella industrialoide "Pillars of Osiris" (che non avrebbe per niente sfigurato nella colonna sonora de "Il Silenzio degli Innocenti", a mio avviso) oltre che nella già citata "She Never Woke Up".
In conclusione, possiamo dire che ci troviamo di fronte ad un album nel quale ci sono moltissime idee originali e perspicaci, la cui unica pecca è quello di non essere elaborato in modo tale da sviscerare fino in fondo ciò che di buono porta con sè, in cui l'ascoltatore non trova di fatto un filo conduttore per potere unire tutta la carne al fuoco presente e rendere l'Lp meno disomogeneo e disarticolato (nonostante si tratti di un concept): prendendo i singoli atti, la comunione d'intenti si percepisce, ma nell'insieme l'opera rimane dissonante nelle sue varie componenti. Ciò non toglie che a livello prettamente musicale (cioè song by song) in nostro "Pornoghraphic Messiah" sia sicuramente un album interessante e sfizioso, molto meglio di ciò che lo hanno preceduto e seguito nella discografia recente dei Christian Death.
Nonostante tutti lo odino, provate a dare una chancè al vecchio Valor Kand, potrebbe stupirvi.
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