L'offerta, il sacrificio; donare a Dio o a qualche forza spirituale qualcosa di caro, che abbia valore, la cui mancanza crei una sensazione di doloroso distacco, un atto che rappresenti un momento di rinnovazione e di crescita interiore, un nuovo inizio o una nuova fine.
Chistian Vander offre in olocausto la sua batteria mentre prega in un cantico misterioso e affascinante; rinnega lo Zeuhl come finalitá ultima della ricerca magmiana in favore di una musica dell'anima (soul music) personalissima; abbandona l'intricato universo dei miti e delle leggende vanderiane per percorrere un cammino spirituale piú intimo.
Questo atto viene trasmesso ai posteri attraverso una registrazione incisa in un supporto vinilico chiamato Offering I&II. Esso é ritenuto da alcuni un progetto e da altri un lavoro solista. Innegabile é che i numeri uno e due riamandino a qualcosa che inizia, e in effetti ci troviamo nel primo disco di un ciclo di tre, e cosí che d'altronde la mente di Vander é solita pianificare.
Per capire la genesi musicale di Offering I&II bisognerá fare un passo indietro di dieci anni, attraverso un´altro momento cruciale, una sorta rinascita, quando se da un lato i Magma si trovano in uno dei loro picchi, con una macchina live (Hhaï) di straordinaria potenza, Vander si ritrova esausto. Dal ‘69 al ‘76 furono sette anni di duro lavoro, cinque dischi a nome Magma fra i vari cambi di formazione, alcuni progetti paralleli, molti concerti, un viaggio interspaziale sul pianeta Kobaia, la complessa missione di diffondere il messaggio del profeta Nebehr Gudahtt e l´esplorazione di antiche piramidi egiziane insieme a Köhntarkösz alla ricerca del segreto dell´immortalitá del faraone Ëmëhntëht-Rê. Vander ha bisogno di fermarsi un poco e comunica agli altri musicisti, durante una tournee, che vuole tornarsene a Parigi, alcuni cercheranno inutilmente di dissuaderlo.
Alcuni mesi peró accadde il fatto marcante; il suo "braccio destro" Jannick Top lo chiama, De Futura dopo anni di gestazione é finalmente pronta e allora Vander decide di ritornare al lavoro e di scrivere alcuni pezzi di forma che possano accompagnare la composizione di Top. Sará proprio nel pezzo Üdü ?üdü, che apre l´album omonimo, dove si trova un primo accenno di quel percorso che porterá a Offering. Si tratta di un estratto di improvvisazioni con voce e pianoforte che Vander costuma fare in casa, egli stesso dichiara che la sua forma potrebbe essere dilatata per piú di venti minuti.
Dopo l´album Üdü ?üdü, lo Zeuhl piú puro prende il volo a bordo dell´astronave Weidorje, mentre Vander lavora a rafforzare il groove in Attahk (1978), dove nel pezzo Spiritual troviamo il secondo tassello del percorso finora tracciato; una ricerca che trova ispirazione nella musica religiosa afroamericana, ricerca che si svilupperá in modo completo nell´ultimo Magma, Mercí (1984), che ormai Magma piú non é.
Offering I&II (1986) ci accoglie con la voce di Stella Vander, inseparabile compagna di viaggio, come a darci il benvenuto nel singolare mondo di Christian prima che cominci il suo rituale di purificazione dalle sue frustrazioni verso l´umanitá (Earth), per spiccare un volo di diciotto minuti verso la gioia (Joïa) recitando un mantra accompagnato da percussione e dal pianoforte in due soli accordi trascendenti. Il viaggio poi ritorna piú fisico, il corpo reage agli stimoli vibratori di C´est Pour Nous e le nostre corde vocali trovano pure il coraggio di balbuziare insieme a Christian che cosí estatico risulta irresistibile. Love In The Darkness, l´unico momento sottotono dell´album, ripresa da Mercí, é testimone del mondo artificioso degli anni ottanta. E poi ancora e ancora, in altri momenti magici dove vale la pena distaccare un omaggio al compagno pianoforte in modo assolutamente Debussiano.
La batteria brucia. É la rappresentazione di un sistema planetario, pianeti di pelli e piatti di stelle, l'universo vanderiano viene a sgretolarsi per poi ricomporsi come un ologramma impresso nel suo essere e rivelato dalla voce che fa scaturire dalle viscere un nuovo universo differente di quello a cui siamo abituati ad immaginare.
Lo stile di Christian Vander al canto é sorprendente e affascinante, il kobaiano viene dissolto nella sua essenza, ritorna ad essere quello che era prima di essere ideato, una forma dal contenuto puramente musicale che attinge una comunicazione piú profonda e sensibile che l'uso di una lingua qualsiasi la cui funzionalitá sematica e cognitiva che ne limitano l´espressivitá musicale.
Christian Vander, un'uomo, una leggenda.
Carico i commenti... con calma