Ho letto la prima recensione di questo album vintage di Christina Aguilera, e mi pareva giusto dare un'altro parere su questo disco che definirei "altalenante".

Dico altalenante perché X-tina (anzi, Baby Jane - il suo ultimo nick scelto apposta per l'occasione) alterna canzoni certamente molto valide e convincenti (Ain't No Other Man, Back In The Day, Still Dirrty, Candyman, Hurt, I Got Trouble...) ad altre superflue che danno l'impressione di essere solamente un riempitivo.

Innanzitutto il tanto esaltato omaggio alla musica degli anni '30 e '40 è presente esclusivamente nel secondo disco (quello definito "old school"). Ma quanto al primo disco ci ritroviamo davanti a pezzi che occhieggiano all'r&b, un brano che ricorda le violenze subite dal padre ("Oh Mother") che, per quanto piacevole all'ascolto, sembra una canzoncina che vuole solo tirare la compassione sulla cantante. E infine il disco si chiude con uno dei brani peggiori di Christina, "Thank You", di una inutilità disarmante. In compenso il livello dell'album si risolleva nel secondo disco, dove troviamo un'introduzione in grande stile, che si collega direttamente alla seconda traccia, ma prima canzone del cd. "Welcome" (brano molto spazioso, grande estensione, grande interpretazione) si chiude con una piccola chicca: un violino zigano che riprende il tema di "Enter The Circus" sovrapposto ad un fischiettio. E ora Christina fa sul serio.

Si entra subito con un boogie-woogie, "Candyman", assolutamente travolgente e frizzante. E dopo questo momento di pura allegria si passa ad un ambiente da club degli anni '30. Una Christina ammiccante, che si lascia desiderare assai, ma che forse si avvicina troppo ad una performance degna di Jessica Rabbit. Ma se "Nasty Naughty Boy" non convince del tutto, ci penserà "I Got Trouble" a sgomberare il campo da equivoci. Voce filtrata, esecuzione impeccabile. Brano niente male davvero. E poi si passa a "Hurt", la ballata più bella mai scritta da Christina. Toccante, e ben interpretata. "Mercy On Me" è un gospel che rende bene. Poi è la volta di "Save Me From Myself", canzone delicata, composta solamente dalla voce della Nostra più una chitarra. Non diventerà certo un singolo, ma mostra la versatilità del personaggio. Infine c'è "The Right Man", brano eseguito da orchestra e voce, magistrale e adattissimo alla chiusura dell'album.

In conclusione, se il primo cd non convince a parte alcune tracce (fra tutte troviamo Back In The Day, Ain't No Other Man, Makes Me Wanna Pray, Still Dirty), il secondo vi farà letteralmente impazzire. Due annotazioni: troppi "ooh, uuuhh, ooooooh. . " e poche canzoni allegre nel secondo album. Detto questo ritengo che questo album sia un ottimo acquisto.

Con un po' di tempo ci si abituerà a questo nuovo stile della cantante.

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