Ho avuto l'onore ed il piacere di ascoltare in anteprima tutto il nuovo lavoro di Christina Aguilera e, pertanto, posso essere in grado di esprimere in maniera piuttosto esaustiva la mia personale opinione riguardo a questo album.
Molti dei miei gentili colleghi DeBaseriani accostano, hanno accostato e accosteranno il nome della Aguilera a quel mondo commerciale, superficiale e banale del pop mainstream, una realtà contenente al suo interno altre conosciutissime celebrità. Ok. Non si può inserire questa artista in altri contesti musicali, ciononostante ritengo (ma naturalmente è solo una mia personale riflessione) che anche questo campo musicale possa produrre lavori interessanti ed innovativi.
Ma si parlava del nuovo album di Christina Aguilera. "Bionic". Come al solito un lavoro la cui preparazione è durata ben 4 anni, un lungo periodo di tempo che in base alla sua filosofia della pausa dal music biz = riflessione e rinnovamento creativo, le avrebbe dovuto iniettare nuova linfa al fine di sbancare un panorama musicale dominato dall'elettropop di David Guetta e Lady GaGa. E l'inizio della nuova saga melodica aguileriana inizia precisamente con il feroce confronto con la cantante di Poker Face alla quale, a detta di detrattori e non, Miss Aguilera si sarebbe palesemente e spudoratamente ispirata nel look e nelle ultime scelte musicali, mettendo in seria discussione quella spontaneità e quella capacità di produrre qualcosa di totalmente diverso dalla massa.
Primo passo di questa nuovissima era è stato il singolo e il video di "Not Myself Tonight", scelta che si è rivelata uno sconveniente boomerang per la prorompente cantante: vendite scarse,un vivace clamore causato dal clip che la vede nelle vesti di amante dannata, sadomaso, movenze a luci rosse, baci saffici, bondage..., ossia tutto ciò che potrebbe star bene in un bel film del dopo mezzanotte. Ma le feroci critiche, più che colpire la malandrina direzione pseudo-pornografica del video, intendono concentrarsi sul suo contenuto generale: il tema del sesso in tutte le sue forme era stato sperimentato con molta più cura da Madonna nei suoi clip di fine anni '80 e anni '90. Qui più che riferimenti alla Germanotta (che per alcuni sono visibili perfettamente) ci si ispira a "Express Yourself" (1989), "Human Nature" (1995) e "Erotica" (1992) di Miss Ciccone. E la stessa Aguilera, notando con grande disappunto il brulicare di critiche e opinioni negative dalla massa "ignorante", ha pensato bene di confermare postivamente le ben visibili ispirazioni ai videoclip di Madonna come un "omaggio" alla sua arte. Tuttavia, per adesso, le sorti di "Not Myself Tonight" paiono non risollevarsi per nulla.
Torniamo all'album. La Signora Aguilera aveva avvisato fan e non di una sua svolta "futuristica" all'interno della sua musica (in linea con il trend odierno), un netto cambio di stile rispetto alle sonorità anni Venti e Trenta di "Back To Basics". In realtà "Bionic" rappresenta all'interno delle sue 17 tracce (comprese i vari snervanti e noiosi intro, outro e interlude che non intendo analizzare) solo una parte di questa temuta svolta, nel senso che tutto 'sto futurismo è presente solo in alcune canzoni. Una serie di altre mantiene da un lato sonorità tradizionali della Aguilera e del mondo poppish in generale, da un altro vi sono "reminiscenze" di stili musicali affrontati in passato. Della serie "Mi evolvo creativamente ma non dimentico ciò che ho prodotto prima".
Iniziamo con queste annunciate sonorità futuristiche. Si parte con la title-track Bionic la quale mescola un po' pesantemente sintetizzatori, distorsioni vocali e sonorità elettroniche con r'n'b e pop tradizionale, una traccia che tutto sommato non dice più di tanto, al massimo funge da "Intro" (anche se è una vera e propria canzone in sè). Il meglio del "futurismo" arriva con Prima Donna, Vanity, Desnudate, My Girls (cantata in collaborazione con Peaches) e Elastic Love. Tralasciando quest'ultima la quale si è presentata alle mie orecchie come una confusione musicale causata da un mix poco convincente di pesanti percussioni, sintetizzatori, tonalità distorte in maniera inaudita che contribuiscono ad affievolire la reale voce della Aguilera, le restanti riescono nel loro intento, cioè di unire in connubio dance, elettronica e urban (fatto che si nota con menzione particolare in Prima Donna, nella quale almeno si riesce ad ascoltare a sua vera tonalità vocale non modificata). Nonostante possa sembrare molto infantile, My Girls con Peaches riesce a entrarmi degnamente nella mia testa. E' vero, tra le "futuristiche" c'è anche la già citata Not Myself Tonight, ma non c'è bisogno ormai di analizzarla.
Queste sono le tracce futuristiche vere e proprie, ora passiamo ad analizzare le altre.
Ipotizzata all'inizio come prima release dall'album e presentata al pubblico come la "nuova Vogue" , Glam è un valido esempio di pop/dance/urban/r'n'b combinati insieme in una traccia piuttosto danzereccia. Il tentativo di rinnovare il successo della Ciccone del 1990 è riuscito solo in parte, infatti, da ottimo intenditore della sua musica (di Madonna) mi permetto di affermare che quel qualcosa di Vogue è presente, soprattutto nelle percussioni. Tuttavia è lontana anni luce da quel grandissimo successo.
L'urban/r'n'b di Can't Hold Us Down (Stripped, 2002, ndr.) è rivisitato in chiave aggiornata in Woohoo (con Nicki Minaj), molto hip-hop, un'alternativa al solito futurismo dominante dell'album. All'opposto I Hate Boys (molto simile a Candyman) e la molto "bollente" Sex For Breakfast richiamano le melodie retrò di Back To Basics. In particolare in Sex For Breakfast si può gustare del buon Soul/ R'n'B, unito alla sua voce qui calda e intensa.
Cosa rimangono? Le ballate alla Beautiful, piuttosto intense, ma a volte precipitanti nel baratro della ninna-nanna: You Lost Me, All I Need, I Am, Lift Me Up, quest'ultima performata vocalmente molto bene, profonda ma al punto giusto, mai noiosa e banale. In questi brani la Aguilera spiega finalmente le sue potenti corde vocali, rimaste affievolite e tenui nelle tracce danzerecce e elettroniche dove sono i bassi, i pesanti beat e i sintetizzatori a far da padroni.
Con questo popo' di recensione su Bionic mi auguro vivamente di aver descritto validamente questo lavoro, eterogeneo e vario. Ora i fan di Christina Aguilera e non solo potranno decidere se dedicare un po' più di un'ora di un giorno qualsiasi ad ascoltarsi questa novità Summer 2010 del mainstream.
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