E' nato prima l'uovo o la gallina. Non saprei.
Analogamente, non so dire se il Compositore sia influenzato dai gusti e dai costumi dell'Epoca in cui vive o è egli stesso che influenza e caratterizza attivamente il Suo tempo. Quello che so è che siamo soliti suddividere i periodi storico-musicali associandoli inevitabilmente ai capolavori di alcuni (pochi) Compositori, che la storia, la musicologia e l'industria del disco hanno selezionato per noi.
Tra queste "querce" giganti c'è un sottobosco di Compositori meno famosi ma altrettanto importanti perchè sperimentano per primi certe formule o colgono in anticipo certi gusti del pubblico, consegnandoli come semilavorati all'ingegno di coloro che saranno in grado di trasformarli in capolavori.
Grazie a pubblicazioni come quella in oggetto, questo sottobosco di tanto in tanto emerge e si fa notare, senza alcun ricatto revisionistico, ma solo per il gusto di intrattenere e piacere.
In quest'ottica rifletto sui 3 concerti per tastiera raccolti in questo CD, opere rispettivamente di Johann Gottfried Muthel (1728-1788), Johann Philipp Kirnberger (1721-1783) e Christoph Nichelmann (1717-1762), all'origine della nascita del Concerto per Pianoforte.
Allievo di J.S. Bach a Lipsia, Kirnberger è ricordato più per il suo impegno in vita nella pubblicazione di alcuni Preludi-Corali del grande Maestro che per la sua opera.
Il suo "Concerto in Do Minore per Clavicembalo, Archi e Basso Continuo" non può non rendere omaggio all'opera del Maestro, ma mette in evidenza la sua modernità, unendo alla scrittura polifonica il ritmo della danza, in particolar modo polacca, frutto delle sue esperienze di Kappelmeister.
Il "Concerto per Clavicembalo, Archi e Basso Continuo" di Nichelmann mostra un impianto ancora più moderno, soprattutto nell'"Allegrissimo" iniziale, in cui il clavicembalo dialoga in modo serrato con l'orchestra, da vero e proprio solista. L'"Andante" in seconda posizione entra senza soluzione di continuità; qui il clavicembalo sembra danzare in punta di piedi sull'accompagnamento orchestrale per mezzo di graziosissimi trilli e virtuosistici abbellimenti. Il "Vivace" conclusivo esprime ancora il virtuosismo di Nichelmann, con un tema dai forti accenti danzanti.
Ultimo allievo di Bach, con Muthel si passa dal clavicembalo al fortepiano e le cose si fanno inevitabilmente più serie. Nel suo "Concerto il Sol maggiore" le dimensioni si ampliano, grazie alle maggiori capacità espressive del fortepiano. Siamo ancora nell'ambito del concerto pre-classico (il "Non Troppo Allegro" iniziale, ad esempio, manca di una sezione di sviluppo) ma il lirismo a tratti espresso nel "Poco Adagio" in seconda posizione già si proietta verso pagine future.
L'esecuzione tutt'altro che galante di Christine Schornsheim, allieva di Leonhardt e Koopman, è energica, intensa, assolutamente viva, espressione dello Sturm und Drang (Tempesta ed Impeto) che caratterizza il periodo. La musica scorre impetuosa ma raffinata tra le sue dita, accompagnata con altrettanto vigore ed eleganza dalle parti reali del Berliner Barock-Compagney.
Un viaggio alle origini del Concerto per Pianoforte e la felice scoperta di piccoli capolavori. Consigliatissimo.
Christine Schornsheim (fortepiano e clavicembalo), Berliner Barock-Compagney, Capriccio, 2000, T: 47'55, DDD
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