Sarà colpa di un noioso sabato sera tra adolescenti maschi, o della mia insofferenza per l'uomo pipistrello, fatto sta che non ho un ricordo positivo del "Cavaliere Oscuro" che vidi al cinema. Vuoi anche a causa della glorificazione verso Heath Ledger dopo il suo triste suicidio, che ha messo il "Cavaliere Oscuro" sulla bocca di tutti; e  ha dato il via ad uno scombinato abuso della parola "geniale".
Fatto sta che trovai piuttosto debole il film in sè.
Ad esempio: Batman, terrore dei malviventi, viveur muscoloso in costume dalla doppia pesonalità, va in crisi quando il Joker, con un pò di filosofia spicciola, gli rivela che loro sono le  due facce della stessa medaglia.
Che il bene e il male si completano etc etc. Apriti cielo: Batman si confonde e inquieta ed ogni volta che è sul punto di eliminare il joker si abbatte, torturato dai dubbi, tirando il film per le lunghe.

Mi rendo conto che in un fumetto della Marvel il minimo accenno all'ambiguità della natura umana possa fare l'effetto di un elefante di fuoco in una cristalleria. Ma questo non dà certo spessore ai personaggi e rende tutte quelle pippe di Bruce Wayne piuttosto insulse. Mentre trovo un pò superficiali i commenti che definiscono "Il Cavaliere Oscuro" un'opera fondamentale solo perchè non è consolatoria.
Ok le premesse potevano essere buone, ma non venivano davvero approfondite, rese palpabili. Mantenendo piatto il dolore di Batman proprio allo stesso modo in cui ci appare piatto lui stesso quando sculetta nella serie anni sessanta.
Così alla fine  uscito dal cinema sentivo di avere sprecato i soldi e un'ora e mezza della mia preziosa vita. Ragion per cui come dicono i finti clienti nelle televendite sulle reti private :"All'inizio non ci credevo ma poi sono stato stupito dai risultati".
E mi sono così dovuto ricredere sul conto di Nolan che con questo film ha partorito qualcosa di sensazionale.

"Inception" è la storia di un dramma personale mascherato da  sci-fi metafisico nei significati e onirico nelle atmosfere.
Nolan ci trascina in un doppio gioco di scatole cinesi, sia a livello dell'intreccio che della storia in sè: ovvero quella di Cobb ladro di idee.

Non posso proprio svelare nulla perchè sarebbe un vero errore.
Vi dico però quello che sapete già: ottimo come sempre Leonard DiCaprio, riuscita la coppia Joseph Gordon-Levitt e Tom Hardy  e graziosa Ellen Page.
Coinvolgente l'estetica, con i sogni che assomigliano a lussuose camere d'albergo e ville anni venti sul mare. Esotiche le location. Ma devo stare attento a non dire troppo; e farò ciò che generlamente non va fatto in una recensione. Non dirò di cosa parla ma dell'effetto che fa l'opera in questione, le sensazioni che mi ha suscitato questo psico-dramma di due ore e mezza circa.
Allo stesso modo, se vogliamo, come Proust che racconta della casa delle vacanze non per ciò che era ben sì per le emozioni che i suoi ricordi gli suscitavano. La rivive attraverso le sue emozioni. Oddio non che io abbia tutta questa ambizione, ma perchè questo è, secondo me, un film proustiano.

Qui i nostri ladri onirici sanno che la mente  deforma la realtà e la manovra, e non viceversa. Ignorando le regole freudiane sul sogno e sul subconscio, il sogno diventa un posto reale e duttile. Dove i ricordi più remoti e i sensi di colpa diventano pericolosi sabotatori. Hanno lo sguardo torvo e impugnano la pistola.
Per questo se si è in un sogno si deve star attenti a non utilizzare i ricordi perchè allora tutto può essere imprevedibile. I paragoni con i celebri "Blade Runner" e "Matrix" si sono sprecati, ma è bene non lasciarsi trarre in inganno.
"Inception" non è  nè un film di rapine, nè un film d'azione e men che meno un film di fantascienza. Niente action, nè sparatorie con salti acrobatici.
O meglio, sì ci sono, ma non sono loro a dominare la scena.

Ovvero piccolo paragone: In "Matrix" tolta la patina cyber-punk e i combattimenti spettacolari, rimane una trama piuttosto semplice. Il nostro Neo decide di ribellarsi,  fa delle scelte, infine trova l'amore e elimina i suoi antagonisti. Una storia piuttosto comune. Se invece facciamo lo stesso con "Inception", se togliamo le scene più oniriche e la parte definità più "celebrale" (ma fidatevi: non credete a chi utilizza questo termine per farlo apparire come un film pesante o astruso, perchè proprio non lo è) ecco allora la trama mantiene ancora spessore e un significato.
Rimangono ancora situazioni e sviluppi che mantengono alto l'interesse e catturano lo spettatore.

Poi certo non ha senso togliere le peculiarità che hanno reso celebre "Matrix", ma è  utile  per valorizzare i punti veramente forti di "Inception" e svelare qualche inesattezza messa in giro da certa critica. Ma questa critica, la mia, che è forbita e brillante, vuole solo parlare della bravura di Nolan. Che  sta precisamente nel saper fare ciò che uno spettatore, o lettore, deve attendersi in un opera.

Non tanto dare TUTTE le risposte, forzando la logica e rendendo meno credibile l'opera, bensì  saperla rendere credibile.
E alla fine lasciarti appagato perchè tutto funziona e non devi più stare a domandarti perchè c'era questo o come funzionava quello. Questo magico meccanismo nel "Cavaliere Oscuro" non funzionava. Qui Sì.
Sempre come nelle televendite Nolan "vende un sogno ma regala del intrattenimento di alta qualità".
Magari vincerà dei premi, magari no; probabilmente si faranno molte parole e forse io sto giudicando solo in base all'effetto che mi ha fatto.
Forse.
Ma è sicuro, e su questo non mi sbaglio, "Inception" è un film da vedere.

 

Carico i commenti...  con calma