Reinventare un mito così strutturato come quello di Batman, non era certo una sfida facilmente affrontabile. Se in ambito fumettistico l'eroe creato da Bob Kane e Bill Finger in quel lontano 1939, aveva perso ben presto il suo "lato oscuro", il celebre e mai troppo celebrato Tim Burton nel 1989 gli diede quelle componenti neogotiche che non lo portavano psicologicamente a distinguersi dai suoi antagonisti, solitari e tristi quanto lui. Quando nel 2005, Christopher Nolan decide di ripartire da zero, si trova a dover creare una nuova genesi, facendo tabula rasa del passato per inventare un nuovo vendicatore mascherato, che si rivelerà risolutamente più adulto.
Nolan sa bene che il Bene non è mai separato dal Male ed è con questo concetto di base che decide di incentrare tutto il film sulla tentazione del Male e il pericoloso fascino della Vendetta, dandolo in pasto ad uno sfregiato e malsano Joker, che lascerà un segno nella storia dei "cattivi" cinematografici grazie ad un interpretazione assolutamente magistrale da parte del mai troppo pianto Heath Ledger.
È lui l'anima dannata del film - narrativamente ma anche filosoficamente - ed è lui l' antagonista capace di far esplodere le contraddizioni che ognuno si porta dentro. A cominciare dai tre paladini della giustizia che cercano di opporvisi: Batman/Bruce Wayne (nuovamente l'ottimo Christian Bale), e poi l'incorruttibile poliziotto Jim Gordon (Gary Oldman) e l'ambizioso procuratore distrettuale Harvey Dent (Aaron Eckhart).
Nella lotta senza quartiere che i tre hanno ingaggiato, non senza conflitti reciproci, contro la criminalità imperante, entra a sorpresa proprio il Joker, che si offre alla malavita come l' unico capace di fermare il vigilante notturno. Ben presto però, il suo ingaggio diventerà soltanto una semplice scusa che porterà ad un conflitto senza quartiere contro l' ordine costituito e l' umanità tutta, cercando di portare quest'ultima all'estremo del proprio egoismo e della propria cattiveria, mentre i tre personaggi positivi sono costretti a fare i conti con i limiti e il senso delle loro azioni, continuamente messe in discussione da una voglia di vendetta che finirà per travolgere tutto o quasi. In questo modo il film si colora di echi continui (ogni uomo nasconde in sé un potenziale mostro o assassino), che finiscono per concretizzarsi nel volto diviso in due metà del procuratore Dent dopo l' esplosione da cui Batman lo strappa mentre avrebbe voluto salvare Rachel, la donna amata da entrambi: da un lato conserva il suo volto fiducioso e positivo, dall'altro il fuoco ha dato visibilità all'essere crudele e vendicativo che viveva in lui (e di conseguenza in ognuno di noi). Questa scelta visiva è riconducibile a quellla dello stesso Joker, che proprio in quel trucco non finito, con il rossetto sbavato che non copre i lineamenti della bocca e delle cicatrici e il cerone che non copre le rughe e le imperfezioni, trova la perfetta messa in forma dell' ambiguità e dell' indeterminatezza morale che lo identificano e il caos, la violenza, il sadismo e la bestialità umana, diventano fulcro dei concetti filosofici del personaggio, che grida le sue teorie agli spettatori, colpendoli in viso con il doloroso eco di riflessioni tangibili, veritiere.
Nolan poi non risparmia nulla del male che è già per noi palpabile nella nostra realtà, facendoci sorvolare sulla natura puramente ludica del film e associandolo immediatamente a tutto ciò che in America è riconducibile all'11 Settembre.. Per il Joker non si usano termini come Killer o assassino o pazzo(oddio pazzo si), ma si usa spesso la parola "terrorista"; vengono usati dei video sadici di un ostaggio minacciato di morte; gli interrogatori non sono solo formali ma vi trovano spazio i soprusi e gli abusi di potere. Di fronte ad un contesto simile il mondo politico di Gotham City sa solamente gridare che vigilare è il prezzo per la sicurezza.
Il Cavaliere Oscuro non è consolatorio, è un cazzotto in mezzo ai denti. Tutti perdono, non c'è una consolazione, la figura stessa dell'eroe è demolita e ridicolizzata dallo stesso Joker, che impietosamente risparmia la vita al nemico dicendogli «siamo due freaks, siamo uguali. Non ti posso uccidere, ci completiamo». E' questo il messaggio chiave dell'intero film, e risulta essere uan verità talmente forte da accecare. E se alla fine il messaggio di un bambino e il comportamento delle persone stivate nei due traghetti sembrano lanciare un messaggio di speranza e di fiducia nei comportamenti del genere umano, Nolan ci riporta alla cruda realtà e su quanto sia oscuro ciò che coviamo dentro ognuno di noi.
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