Che il rock'n'roll, insieme al velcro, sia stato un'invenzione di certi extraterrestri forse animati dalla volontà di far progredire un po' la razza umana, si sapeva. Ma le intenzioni degli alieni coinvolti nella realizzazione di questo disco dei Chrome difficilmente potrebbero definirsi pacifiche...
Le mostruosità lasciate a macerare nella discarica spaziale di Alien Soundtrack sono molto più ripugnanti di quanto visto fino ad allora nel peggior trip degli Hawkwind o dei Grateful Dead; oltre qualsiasi "Modern Dance" e ben al di sotto della soglia della DEVOlution.
Siamo di fronte ad una colonna sonora per un'orgia fra macchine impazzite, forme di vita(?) indecifrabili e qualche residuo di sub-umanità, mentre nell'aria si diffonde quel tanfo di DNA rimescolato, tipico dei teletrasporti andati in tilt (dall'altra parte del monitor, David Cronenberg sta a guardare e si scuoia le mani dagli applausi).
Un indescrivibile magma di resti di acid rock, (più Amon Duul II che Jefferson Airplane...) e scrosci di elettronica putrefatta che per alcuni versi si avvicinano alle stravaganze dei Residents, ma con, in più, un battito degno del garage punk più selvaggio.
Le continue mutazioni delle forme sonore sono assemblate con un gusto da chirurgia cubista e si passa da narcosi informi, riff di granito, tempeste strumentali, a siparietti quasi acustici, senza che manchi mai una ritmica trascinante a rendere perversamente ballabile il tutto. Le catatonie più raggelate e i frequenti incubi circolari si spezzano continuamente per dare vita a vortici supersonici e a corse verso un caos al di fuori della portata di qualsiasi viaggio acido precedente.
Il risultato è un suono gelido, dolorosissimo, saturo di ansia e di terrore e al tempo stesso divertito ed euforico nel mostrare le aberrazioni di cui è capace, con la promessa (o la minaccia?) di piaceri assolutamente irriconoscibili.
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