È sempre un gran piacere ascoltare cosa ci riserva ogni volta l'eclettico Tom Zè. E stavolta, dal suo cappello a cilindro è uscito un concept-album pensato in forma di operetta (non è indicato se verrà presentata come tale in concerto) sulla difficile quanto tortuosa condizione della donna e della sua emancipazione nel corso della storia (?!). Detta così l'impresa dovrebbe sembrare un mattone arduo da digerire ma la bravura del nostro ha permesso di trattare il tema alquanto delicato in se in maniera leggera e spiazzante.
Questo lavoro, rispetto ai lavori precedenti, a mio avviso ha una marcia in più per invettiva, originalità di arrangiamento e uso dei suoni e della metrica, da poterlo annoverare tra i classici della musica brasiliana del decennio. Qui siamo difatti molto vicini al capolavoro: il tocco "alla Tom Zè" qui si respira in ogni brano con chitarrine sfasate vagamente psicadeliche, organetti quasi fuori tonalità a dare un sapore straniato e poco allineato al tutto. Le composizioni sono tutte di ottimo livello e la voce di Tom è più ispirata che mai, accompagnato da cori e seconde voci del calibro di Suzana Salles, Mônica Fuchs, Luciana Mello, Jair Oliveira, Patricia Marx e Zélia Duncan.
Il "disco-operetta" (anche l'interno della copertina è studiato da sembrare un vero libretto d'opera) si divide in tre parti. . . pardòn, "atti": "Mulheres de apenas", "Latifundiarios do prazer" e "Amor ampliado para o teatro e para o pais", con veri e autentici pezzi forti come "Estupido Rapaz", pieno zeppo di idee, stacchi e invenzioni da riempire almeno 3/4 canzoni diverse, o "Duas Opiniões", costruito su un confronto di grande raffinatezza tra Suzana Salles, Zelia Duncan e l'intermezzo recitato da Tom Zé. Non mancano canzoni-teatro con dialoghi tra due omosessuali, monologhi dello stesso Zè all'ONU che affrontano la segregazione delle donne in generale, il tutto con sottofondo di simil-orgasmo (interpretato egregiamente dalla splendida Luciana Paes de Barros in "particolare stato di grazia"). . .
Un disco non facile, anche per la delicatezza dei temi affrontati. Un disco "non per tutti" che troverà nutrite schiere di fans a chi ama la musica brasiliana "a prescindere" e a chi sta particolarmente a cuore le tematiche "femministe". Forse un disco che interesserà poco il popolo DeBaseriano ma, a dispetto di ogni pregiudizio, ho voluto segnalare comunque. Della serie: mai dar nulla per scontato!
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