I Chumbawamba sono un gruppo di anarchici che è capitato al successo in maniera alquanto casuale con la canzone "Tubthumping", che li vedeva, nel lontano 1997, abbandonare dopo nove album il loro usuale commentario politico-sociale e le critiche al governo Blair per abbracciare un suono che avrebbe portato Fatboy Slim, Wiseguys e soci alla ribalta pochissimo tempo dopo, causando un’estrema confusione nel già citato consumatore medio italiano™, che, in un eventuale acquisto di un altro dei dischi dei nostri, si trovò un gruppo che poco aveva a che fare con la scena di Norman Cook.
Nonostante tutto provo un’immensa simpatia per i nostri, e dico nonostante tutto perché quel singolo è una delle pochissime cose del loro repertorio che non mi faccia cagare acqua minerale naturale come solo una sana sbronza farebbe; questo disco è un disco di folk, folk fottuto inglese, che, se è quasi ascoltabile quando la voce è quella maschile, è meglio di un lassativo quando spunta dal nulla la vocina cazzona della femminuccia, incredibilmente noiosa…

Il risultato finale è inquietante, dato che mi ritrovo ad apprezzare un gruppo che mi fa cagare: se andate sul loro sito internet troverete tante cose interessanti da leggere, intelligenti, ben scritte, lontane dai luoghi comuni e coraggiose, soprattutto di questi tempi, nei quali chiunque ha una paura fottuta di essere censurato e quindi si autocensura. Però qui è di musica che parliamo e il verdetto è: cacca. E poi il massacrare "Bella Ciao" lo concedo solo a Santoro.

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