"Houses Of The Unholy" ('09), quarto full length per i quattro redneck dagli occhi a mandorla dello Shijuku (Tokyo), sa di mosche che si fanno il bidet nel sangue rappreso, di incaute e poppute studentesse in mini-shirts finite per sbaglio nella dispensa di Hannibal Lecter, di vermi goderecci che si stiracchiano al sole del Texas, assopiti da un coccolone postprandiale a base di carcasse umane.

Sei canzoni per sei serial killer, in cui i nostri tamagotchi assetati di sangue prelevano con operazione chirurgica il canone sabbathiano dalla bigia Birmingham per condurlo a forza di calci e pugni fino agli scenari desolanti dell'America rurale e cannibale. Esasperandolo nei suoni e nei volumi, spogliandolo di ogni fascinazione pagana ed esoterica per rivestirlo di un tailleur di pelle umana.

Affondando le mani nelle viscere della tradizione heavy blues settantiana, forti del titolo di "Gruppo preferito del nonno imbalsamato di "Non aprite quella porta", fanno a pezzi la frenesia dei Sir Lord Baltimore (per l'occasione omaggiati della cover di "Master Heartache"), l'urgenza pre-punk della Detroit di fine anni sessanta, l'acida esuberanza fuzz dei Blue Cheer ("Shotgun Boogie"), per cucinarne i resti in un pentolone ribollente di stoner doom slabbrato e anthemico ("Badlands"). Il tutto con una sorta di spensierata efferatezza, come in preda alla furia allucinata e divertita tipica dello psicopatico scappato dal manicomio che si ritrovi in mezzo ad una comitiva di collegiali lontane da casa.

Nessuna densità catramosa a là Sleep. Nessuna divagazione extrasensoriale a là Kyuss. Piuttosto l'immanenza di un punteruolo che spezza ossa e lacera cartilagini, di corde vocali straziate e martoriate da un growl feroce e animalo, richiamo d'amore di un qualche antenato della razza umana abbandonato dal Tom Tom al momento di intraprendere la strada per l'evoluzione. E che, diciamolo, sa tanto di presa per il culo a certe pose cattivissime del medal più estremo.

Un disco violento e cazzone. La colonna sonora ideale per vacanze in campeggio, serate a casa da soli e passaggi dati a tarda notte ad autostoppisti sconosciuti.

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