Tra la prima e la seconda metà degli anni '80. Solito paesino, solita vita, da bambini s'intende.
Comandano sempre in ordine di importanza, sindaco, prete, farmacista e maresciallo dei carabinieri. Ultimamente si è aggiunto il barbiere. Tra i giocattoli che contribuivano a fomentare i nostri sogni circolava un fucile che sparava elastici, abbastanza efficace devo dire e per i guerrafondai c'era la pistola "Cobra" a gommini, implacabile monocartuccia che se ti beccava erano lividi dove gli scarsi di mira la testavano sui gatti e i tiratori scelti sulle lucertole. L'oggetto raggiungibile del desiderio era però il Super Santos o il Tango per i nostri campionati di piazza a porte mobili, nel senso che quest'ultime dal momento che si identificavano nei posti di parcheggio liberi, il portiere era costretto sistematicamente a spostarsi ogni qualvolta una macchina li occupava. Colpire i vetri delle case circostanti e beccarsi la subitanea scarica di peccati e invettive, era obiettivo quotidiano a meno che Fiore, il vigile ausiliario, ci sequestrava il pallone bucandocelo con le chiavi (in tal caso la caterva di santi offesi se la beccava lui). Io avevo aperto un parco-auto di macchinine Hot-Wheels che dopo breve vita venivano sistematicamente distrutte. Mio padre, per risolvere l'annoso problema, esordendo con un: "Chesta se scassa e s'acconcia, accussì machinette nun te n'accatto 'cchiù!" acquistò uno straordinario maggiolone telecomandato il cui scopo di gioco era quello di farlo infrangere al muro per poi ricostruirlo.
Un bel giorno nella sala giochi dell'amatissimo e rimpiantissimo "Marpione" sotto casa, notai un nugolo di ragazzini che per poco non facevano a botte intorno ad un videogioco. Era sbarcato, nel nostro paesino dimenticato dal Creatore, qualcosa di epocale nel mondo e strabiliante per i nostri occhi: "Dragon's Lair"!! Oooooooooooooooooooooh! Ammiravamo estasiati.
Prodotto dalla Cinematronics e basato sui disegni dell'ex animatore disneyano Don Bluth, quello di "Brisby e il segreto del Nimh" per intenderci, destò all'epoca un clamore eccezionale per la grafica assolutamente innovativa, in pratica il primo videogioco a cartoni animati. Di complessa giocabilità, i fattori vincenti erano una rapida capacità di brandeggiare le pupille, riflessi estremamente pronti e molta ma molta attenzione. Dei brevissimi baluginii ti suggerivano gli spostamenti o ti illuminavano la spada per invitarti a colpire. Sarebbe bastato un nanosecondo a decretare la bizzarra fine del valoroso guerriero. A onor del vero, personalmente amavo più vedere giocare gli altri e gustarmi il cartone animato, anche perché, oltre a non essere particolarmente scaltro nel dominarlo, il "Marpione" , data la grande novità non esitò, giustamente, a piazzarlo a 500 lire a partita! Un patrimonio!
Il protagonista era Dirk, un guerriero buffo, bislacco ma simpaticissimo, da noi ribattezzato "piedi a papera" per la strana corsetta chapliniana che intraprendeva durante le moltissime fughe. Come da copione doveva salvare la solita principessa, Daphne, (gran figa) dalle grinfie letali di un ricchissimo drago. Ovviamente prima di raggiungere il succulento bocconcino dovevi fare i conti con mostri e insidie di ogni genere che a mò di random ti apparivano al cospetto. Dal cavallo che dovevi domare scansando muri e colonne ai "cotton-fioc" rotanti che potevano appiccicarti al muro come manifesto. Poi i serpentoni, le rapide modello Disneyland, i pingui monaci di fango, e il cavaliere nero che ti fulminava appoggiando la spada sul pavimento.
Una delle più grandi carogne da sconfiggere era il re lucertola, un rettilone pazzo con tanto di corona e mantello, pronto a rincorrerti con rapidi guizzi per poi stordirti con lo scettro. Poi ricordo una sorta di multi-colorata pista da skate dove invece di potenziali tavole a rotelle, scorrevano indisturbate delle sfere gigantesche che potevano spalmarti sul pavimento o ancora, la stanza degli spettri dove sbucavano, da porte e da bare semidivelte, mani scheletriche pronte a stritolarti, fantasmi o un nutrito grappolo di teschi che ti aggrediva masticandoti per benino. Infine il drago, dormiente ma vigile custode della principessa rinchiusa in una sfera di cristallo. Il sonno dell'animalone è piuttosto leggero e basta una prevedibilissima distrazione del goffo Dirk a solleticargli i fasci muscolari per una solenne incazzatura.
Per noi era divertente ammirare le smorfie che animavano il viso di Dirk in caso di "morte". Dagli occhi strabuzzati alle urla in falsetto passando per sguardi da ebete e linguacce che contribuivano a rendero sempre più simpatico, al punto forse, di preferire vederlo "morire" per sganasciarci dalle risate.
Immenso videogioco che ha avuto anche fortunati seguiti et/aut rivisitazioni in avventure fantascientifiche come "Space Ace". Benedetta gioventù!
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