Il 1972, lo sanno tutti, ha dato alla luce alcuni tra gli album più belli della storia del progressive rock italiano ("Storia di un minuto", "Uomo di Pezza", "Darwin!", tanto per citarne alcuni). Non molti però sanno che nello stesso anno i Circus 2000 pubblicavano il loro secondo ed ultimo album: "An Escape From A Box".
"E a me cosa me ne frega?!" starete pensando. Dovrebbe fregarvene eccome invece, perché questa opera merita assolutamente di entrare a far parte dell'elenco posto poco sopra, non tanto per l'impatto sonoro che suddetti dischi hanno, quanto per l'originalità della musica espressa dal gruppo. Si perché "An Escare From A Box" è un disco capace di creare atmosfere che nessun altro album italiano o straniero è in grado di evocare.
L'opera (cantata interamente in lingua inglese) si apre con la chitarra acustica di "Hey Man", accompagnata dalla voce chiara e potente di Silvana Aliotta che ci introduce nel mezzo della canzone, dove possiamo trovare una splendida divagazione psichedelica condita alla perfezione dal chitarrista Marcello Quartarone. Nel finale di nuovo il tema iniziale con un crescendo di cori che ci porta alla seconda traccia dell' album: "You Aren't Listening", dove regna un clima psichedelico grazie ai superbi dialoghi tra la chitarra e la batteria dell' ottimo Franco Lo Previte.
"Our Father" si apre invece con Silvana Aliotta che dà dimostrazione di quanto la sua voce possa essere possente. In questa traccia trova spazio anche il bassista Gianni Bianco che con un riff insistito accompagna la canzone alla fine mentre gli altri membri del gruppo divagano sul tema con assoli e rullate.
Si continua a parlare di psichedelia con il capolavoro dell' album "Need". Qui tutti e quattro i musicisti danno il meglio, senza lasciare un momento di respiro all' ascoltatore che è scortato dall' inizio alla fine da vocalizzi di potenza straordinaria (soprattutto per una donna) e miscugli di note miscelate alla perfezione da Marcello Quartarone. Nel finale dei cori allucinati permettono alla cantante di esprimersi alla perfezione anche negli acuti.
Chiude l'opera (di 34 minuti circa) "When The Sun Refuses To Shine", che riassume alla perfezione con parole riprodotte al contrario e assoli di chitarra il succo del disco.
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