Nel 1973, all'interno dell'ampio panorama progressivo britannico, fanno la loro comparsa ufficiale i Cirkus, con LP "Cirkus One" autoprodotto in 1000 copie. La band godrà di ben poca fama e sarà destinata a scomparire di lì a poco, lasciandoci soltanto questo album e un po' di materiale inedito che verrà pubblicato anni più tardi. Tuttavia, nonostante lo scarso successo, "Cirkus One" è un disco ben prodotto e nella versione in CD rimasterizzata della Black Widow nel 2001 presenta un suono tutto sommato pulito e godibile, cosa non da poco se consideriamo il tipo di musica, ricca di cori, parti sinfoniche e arpeggi delicati di chitarra.
Il progressive dei Cirkus è un interessante intreccio tra sonorità tipiche del periodo, con echi crimsoniani, qualche strascico dei Sessanta non privo di momenti sinfonici e, alcuni sostengono ragionevolmente, con derivazioni dagli Yes. Tastiere e chitarre aggiungono vigore ad un sound variegato e molto piacevole all'ascolto, mentre massiccio è talvolta l'uso di archi propri del pop sinfonico. In generale l'album si presenta bene fin dal primo ascolto, grazie anche ad un sapiente alternarsi di brani melodici con pezzi decisamente più rock, mentre la voce di Paul Robson, veramente ottima, sembra sempre adeguarsi perfettamente di volta in volta alle atmosfere evocate in ogni momento.
Tutti i nove brani presenti sono quantomeno interessanti, tra essi ricordo "Seasons" riconosciuto all'unanimità come il più crimsoniano del disco, "You Are" e "April73" che rappresentano l'anima più rock, "A Prayer", una ballata melodica arricchita da un intermezzo strumentale che la rende uno dei brani migliori, "Those Were the Days" che in qualche modo rimanda agli Who, "Jenny" ballata classica dolcissima e la notevole "Title Track" a chiusura del disco, che con i suoi sette minuti scatena il carattere più strettamente progressivo dei Cirkus. Nella versione del 2001 sono state aggiunte cinque bonus tracks, chiaramente materiale di recupero di gran lunga inferiore al resto per qualità sia musicale che di registrazione.
I Cirkus pagano soprattutto l'essere nati al tempo dei "titani", in un periodo in cui la scena musicale era occupata da veri e propri mostri sacri che ebbero la bravura e la capacità di muoversi prima di altri e di esercitare la loro influenza sui gruppi minori. Normale dunque che ascoltando "Cirkus One" non si gridi al capolavoro, ma devo dire che tra le formazioni "secondarie" del prog inglese, questo gruppo è davvero da scoprire da ascoltare e riascoltare.
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