Tra i piu noti volti della canzone leggera Napoletana viene spesso dimenticato Ciro Sebastianelli. Ciro Sebastianelli, che chi ha vissuto la fine degli anni 70 e l'inizio degli anni 80 ricorderà sicuramente, è passato attraverso i nostri festival di Sanremo con delle canzoni che univano la canzone classica italiana ma senza mai tradire la sua matrice Napoletana, in un formato canzone davvero raro.

La sua carriera discografica ha inizio nel 1974, con alcuni singoli di poco conto. Inizia subito a farsi notare grazie alle collaborazione con artisti del calibro di Cristiano Malgioglio e Loredana Bertè, per la quale ha anche scritto diverse canzoni. Cantautore sincero e genuino, dotato di una grande simpatia (guardare le non troppo numerose purtroppo interviste), riuscì in un modo o nell'altro a ritagliarsi il suo spazio in un periodo che, come sappiamo, era zeppo di concorrenza. Fu con 'Vattenne', primo singolo di successo, in cui mostrò le sue capacità gia nel pieno del potenziale da cantautore. Perchè 'Vattenne', che altro non è che una bella canzone presente anche nel primo disco, riesce ad unire lingua italiana e dialetto napoletano in un modo oserei dire magistrale. Un operazione che spesso ha portato a forzature, ma che con Ciro sembra davvero naturale (Vattenne, che t'aggio fatto e male, che non mi guardi/ Che t'aggio fatto e male, perchè non parli). Tra i primi singoli, ricordo la meravigliosa e commovente 'Ti vestivi di stelle'.

I tempi si fanno presto maturi e la consacrazione per un cantante emergente è la partecipazione ad un festival della canzone. Fu il 1978 il primo Sanremo di Cirozzo, che con la sua prima apparizione arrivò addirittura quarto, con la sua canzone forse piu famosa, 'Il buio e tu', facendosi spazio in una concorrenza quasi spietata. Perchè proprio da quelle parti c'era un certo Rino Gaetano che confondeva il pubblico con 'Gianna', c'era Anna Oxa con 'Un'emozione da poco' scritta da un certo Ivano Fossati, ma anche i Matia Bazar vincenti in quell'edizione. Ed è in quel palco dallo sfondo rosso e arancione che Sebastianelli si fece conoscere proprio con la suddetta canzone, unendo rabbia e disperazione in un brano da brivido (Nell'arco di un istante te ne vai e chi ti lasci dietro non lo sai, spalanchi le tue braccia come se corressi incontro a un sogno che non c'è), che ha il suo punto massimo nel ritornello napoletano (Ij nun cia faccij cchiu, lass'm perd'r... Se sei contenta tu, lass'm perd'r). Insomma, una canzone che fa parte indubbiamente della storia di Sanremo, pur non avendo riscosso un successo prolungato nel tempo.

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Altro brano rilevante dell'album è l'altrettanto famosa 'Laura'. Pensare che all'epoca, Ciro si finse ragazzo padre per promuovere tale canzone (precedentemente uscita come singolo), nonostante avesse già tre figli. Non so se il fine giustifica i mezzi, ma 'Laura' è l'ennesimo esempio di perla anni 70 (Laura, amore spaventato/ Laura, lasciami senza fiato). Tra le piu belle del cantautore. Il disco continua attraverso ancora una manciata di canzoni, inutile a dire semisconosciute, ma che regalano ancora dei momenti alti, come nella completamente napoletana 'Tu si pazze', simpatica e genuina, e nella particolare 'Vorrei essere io', dal testo un po estraneo alla sua solita produzione, piuttosto ermetico e strumentalmente raffinato, ma ciò nonostante dotato di un'eccezionale prova artistica.

Ciro Sebastianelli ci riprova l'anno dopo, con 'Ciao Barbarella', e poi ancora con 'Marta Marta', finendo un triennio che lo vide quasi protagonista, per poi terminare nel dimenticatoio della nostra canzone, ma solo dopo aver offerto al pubblico ciò che aveva da offrire. Se ne va così, nel 2009, nel silenzio generale, come se niente fosse successo, per un brutto male. Oggi volevo ricordarlo così, portandolo tra le pagine di questo sito, e magari chissà, facendolo anche scoprire a qualcuno. Ciao Ciro.

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