Siamo nella metà degli anni '70. Il progressive è (purtroppo) in pieno ed inesorabile declino, almeno per quel che concerne i suoi contributi più significativi ed originali. La musica cantautorale si sta facendo prepotentemente largo. "El Tor " è un disco che secondo me, rappresenta appieno questa particolare fase. Il disco racchiude in se ancora elementi progressivi, ma altrettanto presenti sono aspetti legati alla musica dei "cantautori italiani" come la forma canzone, che caratterizza diversi brani del disco e i testi "impegnati", che traggono spunto dal contesto socio-politico dei turbolenti e vivi anni '70, anni di lotte operaie e studentesche.

Dalle ceneri degli Osanna si formarono due band, gli Uno con Danilo Rustici ed Elio D'anna, e i Città Frontale con Lino Vairetti (voce, chitarra, mellotron, armonica) e Massimo Guarino (batteria, percussioni, vibrafono e voce) a cui si aggiungeranno tra gli altri musicisti come Rino Zurzolo ed Enzo Avitabile. Purtroppo l'esperienza avrà vita breve e Città frontale pubblicherà solo questo "El Tor" del 1975.

Il disco ancora oggi merita l'ascolto. Pochi i punti deboli, molti quelli di forza. Il lo strano titolo è un "ricordo" per l'epidemia di colera scoppiata a Napoli nei primi anni '70, infatti "El Tor" è proprio il nome di quel particolare vibrione colerico. La copertina è disegnata da Guarino, nel retro in evidenza, a scanso di equivoci, un pugno chiuso.

Si tratta di un album "militante", più dei timidi accendi degli Osanna, ma lo fa in modo originale e naturale, senza eccessive forzature, alternando metafore a momenti molto diretti ed espliciti.
Dopo le sonorità mediterraneggianti di "Alba Di Una Città Nuova", suggestive e molto acustiche, si passa al primo brano vero e proprio, "Solo Uniti": qui si rende evidente quello che sarà il timbro di buona parte del disco, ritmiche vive, riff e unisoni di chitarra elettrica (dal suono abbastanza curato) e sax, spesso armonizzati tra loro. Il suono rispetto agli Osanna è sicuramente meno grezzo e meno diretto, ma la maggiore cura delle sonorità ha anche i suoi pregi, nei fatti è un disco che è invecchiato bene. Il finale del brano è "tipico" di un certo progressive. Si passa quindi ad "El Tor", ballata molto gustosa, notevole il crescendo sonoro, dalle sonorità acustiche e delicate della prima parte al pieno successivo. Molto semplice nella sua struttura, il pezzo non stanca, è davvero bello, il testo non è banale. Il quarto brano, a mio giudizio è il più bello del disco, si tratta di "Duro Lavoro". L'introduzione affidata ad una chitarra classica è molto elegante, cori e flauti e mellotron precedono momenti con chitarre distorte più in evidenza. Il brano è musicalmente molto vario, ma non dà mai l'idea di un collage di vari "pezzi", il suono complessivo è molto omogeneo. Ritorna, nel corso degli oltre 8 minuti, una sorta di ritornello strumentale, con un bel giro armonico, non originalissimo ma molto efficace, con le melodie affidate al sax ed alle chitarre elettriche. I riferimenti politici sono qui molto espliciti, diretti.

Inizia quindi la seconda parte del disco, leggermente inferiore alla prima. "Mutazione" è uno strumentale, legato ad una sorta di jazz-rock (atmosfere da Napoli Centrale.. ) dove oltre le chitarre, molto presenti sono il piano elettrico ed il sax (nonchè il basso elettrico di Zurzolo, da ascoltare con attenzione): pezzo comunque da non sottovalutare, i musicisti sono anche tecnicamente molto validi. Con la successiva "Casa del Mercante 'Sun'" si torna a melodie più semplici, il pezzo anche se non brilla di originalità è molto solare e abbastanza accattivante.
"Milioni di Persone" sembra scritta dal primo Bennato, sicuramente uno dei brani meno prog del disco, ma questo non va a suo svantaggio. E' una bella ballata acustica, semplice, ricca di chitarre, fiati e percussioni. La voce di Vairetti, come in tutti i brani cantati è molto presente ed è da riconoscergli uno stile abbastanza personale. L'ultima canzone è "Equilibrio Divino", il suo intro, molto "progr-italiano", si lega bene alla parte cantata: il pezzo si regge in equilibrio tra le pulsioni prog e quelle più melodiche.

Siamo alla fine di questo "El Tor", disco sicuramente da ascoltare, davvero piacevole nei suoi testi e nelle sue musiche. Un efficace specchio della realtà, non solo musicale di quei particolari, difficili metà anni '70.

Carico i commenti...  con calma