Mi sono imbattuto in City and Colour aka Mr. Dallas Green qualche annetto fa, grazie a “Sleeping Sickness”, pezzo delicato ed appiccicoso come la marmellata iper calorica ed innaturalmente colorata che si trova al supermercato. Da allora ho seguito con costanza l’evoluzione solista del canadese [Green fino al 2011 ha infatti fatto parte degli Alexisonfire, rumoroso e dimenticabilissimo gruppo post-hardcore/screamo], attratto tanto dal suo incontestabile talento melodico quanto dal buonissimo potenziale indie pop/folk.

Ed alla fin fine sia in “Bring Me Your Love” (2008) che in “Little Hell” (2011), le atmosfere prettamente acustiche e da cameretta, le melodie dolci ed amorevoli ed il cantato iper intonato e pulito hanno sempre fatto appieno il loro dovere.

Nel 2013 arriva poi sugli scaffali “The Hurry And The Harm”, un disco che, vengo subito al dunque, non convince, con City and Colour che pare aver perso smalto, intimismo e spontaneità, anche forse a causa di una marcata elettrificazione dei suoni, migrazione che se da un lato ha ampliato il panorama sonoro, dall'altro ha imputtanito il progetto, togliendogli minimalismo e riservatezza.

E così, nonostante una produzione e collaborazioni assolutamente di rilievo, “The Hurry And The Harm” non gira come auspicavo, non emoziona, non entra nell’animo. Unici due pezzi riusciti “Ladies And Gentlemen” e “Death's Song”.

Davvero troppo poco per un album che pare una sorta di compitino svolto con (troppo) ordine e bella caligrafia, ma che non ha spunti ne sussulti degni di tal nome.

Tanto ascoltabile quanto dimenticabile.

Carico i commenti...  con calma