In questo ultimo ventennio sembra proprio che il rock progressive sia rinato nel nostro bel paese. Sono tante le band che escono fuori dal cilindro rievocando una grande epoca musicale come quella degli anni'70, anche se a volte questi lavori vanno per lo più in vendita agli appassionati del genere. Uno di queste è senz'altro la formazione dei Civico 23: una formazione giovane e promettente dell'underground romano che svaria tra le sonorità tipiche del hard rock e del prog.
Questo bel Cd comprato quasi per caso in un negozietto mi rivela che ogni tanto qualcuno vuole riprendere quelle belle radici storiche e all'avanguardia di una volta e uscire dai soliti canoni musicali che oggi il mercato musicale ne comanda come se fosse una Dittatura Fascista.
"Work In Prog" è un album che va dritto al sodo con il suo contenuto duro e divertente. Si può dire che esso non sia un lavoro estremo ma ai nuovi giovani appassionati potrebbe piacere per le sue sonorità tese ma allo stesso tempo orecchiabili e alle liriche interessanti ma dalla simpatica verve.
Le tracce di "Work In Prog" sono 7 incluse le 2 bonus track per quasi la totalità di 40 minuti circa. Anche se lo spirito è quello di una volta, il contenuto è chiaro e immediato: il single se la vogliamo chiamare cosi, richiama la classica canzone rock italiana ed è "Open Eyed Dream". Certamente il titolo è inglese ma tutta la struttura della canzone ricorda la melodia italiana e quindi ai gruppi nostrani odierni. Bella e godereccia.
Le altre 4 tracce rappresentano la parte calda del disco e facilmente posso suddividerle in 2 classi: quelle dallo spirito più progressivo e cerebrale dalle chiare sfumature vintage 70 come "Il Cavaliere Illuso" e "L'ultimo Grido Di Galeria", contorte e imponenti, la prima dallo stampo fantasy medioevale e la seconda dall'impasto psichedelico. E dalle altre 2 che provengono più da una matrice hard rock e sono "Urano" e "Paura Infinita", simpatiche e adrenaliniche.
Le 2 bonus sono una piccola aggiunta al lavoro svolto: una poesia meditativa da parte del vocalist e l'ultima che richiama l'apertura del disco. Se vogliamo parlare del prodotto a livello materiale risulta ben fatto, con testi e disegni dalla band, per non parlare della copertina che ricorda i bei vecchi dischi di una volta che i fanatici amavano collezionare.
La band è molto giovane, ragazzi ventenni che tendono a puntare più su un mercato di nicchia, che al mercato monopolizzato delle major. Ma chissà un giorno....
Sul loro sito potrete informarvi sui loro concerti e sulle news che ruotano a questi giovani romani: Joe, Lorenzo, Daniel, Simone, Federico e Francesco.
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