È vero che la copertina non fa il vinile ma tante volte cosa aspettarsi da un disco lo capisci dalla copertina.

Tanto per dire, nella mia discoteca ci sta qualche disco con la copertina così orripilante che non ho mai avuto il coraggio nemmeno di estrarne il vinile, e comunque sono sicuro che fa schifo e puzza.

Poi ci stanno quelle copertine che non sono nè belle nè brutte, però sono significative, ti raccontano una storia senza inutili giri di parole, tipo la copertina di «Reconquista!!» di CJ Ramone.

Ci sta CJ in formato fumetto - e sul rapporto tra i Ramones ed il fumetto ci sarebbe da scrivere un trattato - che viene fuori dalle fiamme dell’inferno, con indosso l’immancabile giubbetto simbolo della fratellanza, la mano sinistra impugna il basso per il manico, la destra una logora bandiera su cui spicca l’aquila che artiglia il ramoscello d’ulivo e la mazza da baseball e dove campeggia l’immancabile grido di battaglia «Hey Ho, Let’s Go!».

Era il 2012, se n’erano già andati Joey, Dee Dee e Johnny, due anni dopo se ne sarebbe andato Tommy. Hai voglia a dire che questa storia della fratellanza era insensata come la musica suonata dai Ramones, ma non credo esista altro gruppo al mondo per cui il senso di “comunione” con i fans sia più intimamente sentito; e tutto è tranne che paraculaggine la presenza in repertorio di brani come «It’s Gonna Be Alright» e «Touring», per non dire di quel «Don’t Worry About Me» che chiude la vicenda artistica ed umana di Joey.

Allora, per chi i Ramones non li ha vissuti - al risveglio la mattina, lungo il tragitto verso scuola e lavoro, nel tempo libero, la notte prima di addormentarsi - è impossibile da capire il senso di incredulità e poi di smarrimento seguito alla loro scomparsa; già nel 1996 fu difficile abituarsi all’idea che non ci sarebbero più state nuove canzoni da mandare a memoria e canticchiare e fischiettare, niente più concerti in giro per il mondo e magari sarebbero capitati dalle mie parti e sarei potuto esserci pure io, sotto al palco; figurarsi quando abbiamo dovuto accettare che proprio non c’erano più Joey, Dee Dee, Johnny e Tommy.

Però bisognava ricambiare 22 anni di passione, mantenere vivo quello spirito.

All’inizio non è stato facile entrare nell’ordine di idee che non ci sarebbe stato futuro; il passato, per quanto esaltante, dovrebbe sempre cedere il passo al presente ed al futuro, perché i Ramones non erano i Sex Pistols e noi non ci siamo mai esaltati al grido di «No Future» quanto ci esaltiamo urlando «Hey Ho, Let’s Go»; dai, muoviamoci, andiamo; e se dobbiamo andare, andiamo avanti, mica indietro.

Quando ci siamo ritrovati tra le mani «Reconquista!!» è stato come aver sentito di nuovo quel grido di battaglia, «Hey Ho, Let’s Go», è stato come se Joey fosse lì ad fare quattro saltelli, braccio destro teso in avanti e pugno chiuso, mano sinistra che afferra con forza l’asta del microfono. Un’emozione fortissima, anche perché inattesa.

CJ però aveva capito tutto, perché era uno di noi, uno che era andato fuori di testa per la musica dei Ramones, prima ancora di ritrovarsi a suonare il basso coi Ramones per sette anni. Lui quel senso di smarrimento lo ha vissuto due volte, come Christopher Joseph e come CJ. Ha vagato a lungo senza gran costrutto - Los Gusanos e Bad Choppers - fino a quando non ce l’ha fatta più ed ha deciso che era tempo di tornare a reincidere quel nome R.A.M.O.N.E sulla copertina di un disco nuovo, con dentro dodici nuove canzoni da mandare a memoria, canticchiare e fischiettare. A noi ne sono bastate tre.

«What We Gonna Do Now». New York è una rottura di palle da quando al posto del CBGB’s ci hanno messo un supermercato. La quarantaduesima strada era una roba da matti, ribolliva di drogati e prostitute, e se la polizia aveva la legge da imporre, anche le strade avevano le loro, di leggi. Ho capito che il mondo è cambiato, ti vogliono convincere che niente dura per sempre e stronzate del genere ...

«Three Angels». Johnny diceva sempre che la vita è dura e tu devi essere più duro della vita. Joey diceva sempre di mordere piccoli pezzi di vita, un piccolo pezzo ogni giorno. Dee Dee diceva sempre di voler essere un bravo ragazzo ma gli abbiamo voluto tutti bene perché tirava sempre fuori il suo lato cattivo.

«Low On Ammo». Non so come rimanere vivo, mi è rimasto solo l’istinto di sopravvivere. Per questo ti chiedo di darmi una mano, perché Johnny, Joey e Dee Dee sono la nostra storia e dobbiamo far vivere lo spirito.

Non aspettavamo altro.

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