A tre anni dall’esordio omonimo tornano sulla cresta dell’onda (mai nessun termine potrebbe essere più azzeccato verrebbe da dire…) i Clan Bastardo e il loro punk-rock. Il gruppo capitanato dai fratelli Di Gugliemo negli anni ha saputo crearsi quel fanbase e quella credibilità generale capace di portarti a lavorare con personaggi illustri, gestendo il tutto con riserbo e la giusta dose di umiltà. Puoi avere tutti i soldi di questo mondo fondamentalmente, ma se non hai la giusta dose di bravura e capacità difficilmente ti trovi a essere considerato da artisti internazionali, si sa.
Nonostante ciò testa bassa e lavorare sodo, questo il mood dei Clan Bastardo, un modo di fare che prima o poi paga e nel loro caso ha dato i suoi frutti in questo secondo capitolo discografico intitolato “Ancora brucia”. Un album suonato con la passione di chi ama e conosce questa musica e che quindi è abbastanza tranquillo nel muoversi in certi scenari, dando poi alla voce il compito di raccontare storie di vita vissuta e sputare al mondo il proprio disgusto verso ciò che la circonda. Un disco per certi versi “coraggioso” se non altro nella scelta di inserire elementi esterni al classico cliché punk-rock (vedi lo ska), cosa che magari farà storcere il naso ad alcuni ma che in realtà spezza non poco i ritmi di un lavoro altrimenti destinato a essere monocorde. “Ancora brucia” da buon disco live-oriented mostra il meglio di sé quando i Nostri pigiano sull’acceleratore, mostrando quanto l’energia – ancora oggi – sia fonte primaria in ambiti alternative.
E parlando di ritmiche impossibile non citare la presenza di Jamie Oliver degli UK Subs alle pelli, personaggio che con la sua esperienza ha dato ancor più credenziali e idee al progetto stesso. A tutto questo aggiungeteci una line-up ormai rodata e il gioco è fatto, eccovi servito un buon disco punk-rock. Inutile cercare difetti e via dicendo, i Clan Bastardo sono una band che mette la passione dinnanzi a tutto e per questo – almeno per il sottoscritto – va apprezzata. Nulla di nuovo all’orizzonte sia chiaro, stiamo parlando di musicisti cresciuti con il sound di Clash e Rancid nello stereo e la cosa si nota parecchio, semplicemente parliamo di un disco ben fatto, se non altro professionale e meritevole dei soldi di un eventuale acquisto.
Menzione finale sulla produzione, calibrata decisamente bene e frutto del lavoro di Alessandro Sportelli dei West Link Studios e di Jason Livermore (già al lavoro con Alkaline Trio e moltissimi altri) ai Blasting Room Fort Collins Studios.
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