Un brano di Debussy nella colonna sonora di "Fuga da New York"? Ebbene sì... nella sua versione elettronica, of course, ma altrettanto interessante. Ma a me piace l'originale. Avete presente quando nel cervello si forma una sorta di ologramma mentale? Ecco, questo è l'effetto che fa l'ascolto di questo brano, e senza uso di stupefacenti...

La Cathedrale è il 10° brano del primo libro di due raccolte di preludi composti da Claude Debussy tra il 1909 ed il 1913, con il pensiero musicale dedicato ai preludi di Chopin che a sua volta si rifacevano ai preludi del Clavicembalo Ben Temperato di Bach. Insomma... una stirpe ispirativa decisamente ricca e corposa.

L'acqua, per Debussy, è sempre stato un elemento di ispirazione importante. Ha scritto pagine immortali proprio ispirandosi all'acqua (Ondine, La mer, Le jet d’eau dai Cinque poemi di Baudelaire Pagodes e Jardin sous la pluie da Estampes, Reflects dans l’eau da Images... e molti altri).

Nella Cathedrale c'è una sorta di epica liquidità, di dramma nascosto, di leggendaria evocazione della città celtica di Ys che la storia narra essere riemersa dall’oceano per l’ultima volta prima del suo definitivo oblio eterno. Insomma, ci sono tutti gli elementi per lasciarsi andare in un ascolto dove la musica riesce, come scrivevo all'inizio, ad evocare immagini, sensazioni, quasi in un ologramma mentale che rappresenta in figure sognanti ciò che la musica ci trasmette.

Solo con un pianoforte, senza alchimie elettroniche, solo con la forza di una composizione sognante e drammatica allo stesso tempo.

Da ascoltare senza distrazioni.

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