"Per suonare l'hardcore non hai bisogno di strofe e ritornelli, non hai bisogno di assoli, non hai bisogno di un cazzo!" Mike Watt

Partiamo da un presupposto obbligato: Mike Watt è Dio, l'Hardcore è il suo verbo e The Decline of Western Civilization è la prova concreta del esistenza di Dio e di un preciso momento storico in cui il tutto veniva fatto solo perchè non c'era nient'altro di meglio da fare. Molti, scrutando questo video, incominceranno a formulare dei perchè... bene, gettate quei perchè nel cesso. Questo è l'uomo spogliato da ogni sovrastruttura, questa è la vita salvata dalle formalità... questo è l'hardcore.

The Decline of Western Civilization, di Penelope Spheeris, documenta la scena Hardcore nell'anno del Signore (Mike Watt) 1981 e la data è fondamentale: troppo presto per evolersi, troppo presto per le inezioni pop-psych degli Husker Du, troppo presto per la padossale follia dei Minutemen, troppo presto perchè i Black Flag creassero tutti i gruppi della Touch'n Go, ma troppo tardi per non poter reagire ed ecco, quindi, un turbinio di violenza, un inniezione di vita che trasforma i concerti in eventi e non in semplici allestimenti sonori.

Ti spuntano di fronte i Black Flag pre-Rollins... i Germs e gli occhi spiritati di Darby Crash intento a cucinarsi un egg'n bacon... gli X con un piede sulla tradizione e l'altro nel 1981 che si tatuano autonomamente... i Circle Jerks che ci ricordano che sono persone a modo, tranquille, disciplinate (come testimoniano i titoli delle loro canzoni: Wasted; I Just Want Some Skank) e che amano giocare al giochino di staccare la testa agli spettatori della prima fila con un calcio... i Fear di quel fottuto misogino nazista di Lee Ving che abbattono la quarta parete (manco fossero Brecht) sputando sul pubblico solo dopo averli insultati per bene e prima di malmenarli.

Roba semplice, roba essenziale, roba che diventa vita, roba che è vita. Vorrei chiudere meglio, vorrei farvi dire che questo rockumentario è fico, ma questa non è musica. E' più una fedele riproduzione di quello che è l'uomo in tutti i suoi aspetti. Una scultura un pò grottesca, certamente non bella, ma fondamentale, importante. Questo è The Decline of Western Civilization e allora taccio per le cose più grandi di me... mi limito a osservare e a sbronzarmi mentre canticchio Rise Above alla luna e lascio parlare chi dell'uomo ha capito:

"Non speculare su cose grandi! Per uno stronzo è il massimo!..." Louis-Ferdinand Céline

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