Ci risiamo: il Giovanni Pascoli di Montesacro ha colpito ancora. Non contento di avere venduto otto miliardi di dischi, essersi aggiudicato il premio per la migliore canzone dell'universo, avere scritto inni per la nazionale di calcio, i boy-scout e il nuovo inno di Mameli, Claudio Baglioni doveva infierire fino all'ultimo e diventare di fatto il Bing Crosby italiano, con un nuovo (nuovo?) disco con i classici delle canzoni di Natale.. Si può essere "bolliti" fino a questo punto? La risposta è certamente si.

Storia esemplare quella di Baglioni; dai tempi della sua partecipazione al Festival degli sconosciuti di Ariccia (cittadina laziale nota soprattutto per la famosa sagra della porchetta..), Baglioni ha inanellato una serie di canzoncine da fotoromanzo tutte più o meno simili nei contenuti: (negli anni di piombo, in piena guerra civile, con morti di destra e di sinistra quasi ogni giorno in Italia, il grido di dolore di Baglioni fù: "Passerotto non andare via..", qualcuno ha detto: peccato non sia avanzata una molotov anche per lui in quei giorni..). In un suo disco di quegli anni, Baglioni si faceva fotografare con i capelli allisciati dalla piastra versione Bee Gees, insieme a due pastori tedeschi nel salotto bello di casa sua. Come dire: chi se ne frega di quello che stà succedendo in Italia in questo periodo, a me stà andando bene e stò guadagnando i soldi con la pala..

Ebbene, il Claudio nazionale è riuscito con questo stratagemma a resistere decennio dopo decennio fino ai giorni nostri, tranne qualche incidente di percorso come quando fù fischiato sonoramente e costretto ad interrompere la sua esibizione a Torino nel 1988, durante un concerto con più artisti per Amnesty International.. Non contento di questo, Baglioni è tornato alla carica negli anni successivi, insieme alla sua casa discografica, una delle peggiori da ogni punto di vista, la Sony, con una serie di dischi che di artistico, innovativo e sperimentale, (sperimentale? Termine sconosciuto a Baglioni..), non avevano proprio nulla. Decine di raccolte con la scaletta dei brani ripetuta fino alla nausea (carenza di idee?), ospitate televisive a iosa, dai telegiornali nazionali fino a programmi di agricoltura e sul mare (l'importante è apparire..), il tutto a delineare un personaggio a cui evidentemente il denaro è sempre piaciuto e non poco.

E oggi, in piena recessione mondiale, cosa ci propone il Prevèrt di Centocelle? Una bella strenna natalizia, con alcune delle nenie più vomitose che siano state scritte, dove nemmeno il più tradizionalista dei cantanti nazionali avrebbe osato tanto. Il disco più inutile del mondo finalmente è realtà, nei discount, sugli autogrill, se necessario perfino in farmacia e nelle ferramenta. Si, perchè l'importante è vendere. Che c'entri qualcosa il sequestro della sua villa a Lampedusa? Chi sà, però un pò di soldi cash fanno sempre comodo..

Un personaggio ormai anacronistico (con tutti i suoi ritocchini di chirurgia plastica, da far invidia persino alla Santanchè..), certamente da abbattere, alla stregua dei Claudio Villa o dei Luciano Tajoli di ieri e di domani, che con il loro cinguettare da usignoli di periferia, non sono riusciti a cambiare la vita di quell'esercito di poveretti che sono accorsi a flotte ai loro concerti, ma che però sono riusciti a cambiare molto bene la "loro" di vita, con conti in banca miliardari, un tenore di vita da emiri arabi e ogni tipo di privilegio. Del resto, qualunque cosa fanno certi cantanti italiani come Baglioni, Celentano, Mina, etc. c'è sempre pronto Vincenzo Mollica del Tg1 a raccontarci con dovizia di particolari anche se sono andati di corpo regolarmente o se in questo periodo i poverini stanno soffrendo di stitichezza o di diarrea.. Della serie: finchè ci sono critici musicali come Mollica e chansonier come Baglioni, l'arte può dormire sonni tranquilli.. Tutto questo grazie alla filosofia più paracula che possa esistere: quella della "maglietta fina, tanto stretta al punto che..".

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