"Nun te capisco, se sbattemo pe' mette insieme quattro lire pe' fasse uno schizzo e tu te pji er gelato??!"
Questo film è uno dei pochi film italiani, forse l'unico, che parla della tossicodipendenza per quello che è, senza romanzi ma solo mostrandoci la vita di questi ragazzi della provincia romana che trascorrono le loro giornate per rimediare dei soldi per "fasse no schizzo".
Il regista difatti si ispira al cinema-veritè e al neorealismo mostrandoci appunto come passano la giornata questi ragazzi, la cui vita e le cui relazioni ruotano intorno praticamente ad un amore assoluto per la droga, ciò che colpisce oltre alle scene vere in cui si vede i ragazzi spararsi la roba direttamente in vena è proprio il senso di annullamento personale, di annichilimento di sè e del resto del mondo e come l'unica attenzione, l'unica ricerca diventano appunto i soldi e la roba: il tutto viene mostrato senza giudizi, moralismi, interpretazioni o psicologismi e neppure con effetti drammatici ma solo mostrando la realtà e la durezza e la tragicità gia insite nella realtà di questi disperati, per certi versi sembra quasi un documentario, il tutto accompagnato da una colonna sonora inquietante e a tratti un po trash.
Se da un lato il film riecheggia Pasolini in quanto gli attori sono veramente dei tossicodipendenti veri, e cose ancor più tragica sono quasi tutti morti per tossicodipendenza, che utilizzano infatti la loro parlata (anche per questo il regista ebbe difficoltà nel portare a termine il tutto date le consizioni precarie degli attori spesso in crisi di astinenza o arrestati per reati) e ciò ci mostra anche la poesia e la bellezza del vero e del brutto come nei film del Poeta da un lato, e questa e l'unica nota un po negativa del film, per sottolineare questo riferimento scade nel banale, come la scena proprio sotto il monumento funebre di Pasolini, quasi come a voler identificare questi dannati ragazzi di borgata con quelli del maestro, che avevano il significato opposto.
A parte ciò è da lodare il regista in quanto è forse l'unico in Italia ad aver avuto il coraggio di presentare un film, per me il migliore anche di "Trainspotting" e "Cristiane F", sulla dipendenza, su questo amore che ti rinchiude e che non ti fa più vivere.
Nudo e crudo
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