Il multiforme Claudio Cecchetto (dj, speaker, discografico e presentatore tv) ha segnato la scena italiana per alcuni decenni con un originale successo, da raccontarsi in un’autobiografia (‘In diretta – Il Giocajouer della mia vita’) dove la sua filosofia di vita artistica, che gli ha consentito di rimanere alla ribalta per tanto tempo, si riassume in questa frase:

Un artista non può esserlo a orari, o a situazioni. Il cuore degli artisti non va in ferie, non va in pausa pranzo, non chiude la “cler” (“saracinesca” in milanese, ndr/nota di recensore). Rimane acceso anche a casa, in palestra, nel weekend, con la moglie, il marito, i figli, gli amici. L’ho sempre detto al mio gruppo: “Se vivete la settimana aspettando il venerdì per mettere gli sci sulla macchina, significa che avete sbagliato lavoro” ’.

Una vita ‘in diretta’, ‘vivendo contemporaneamente le cose che fa’ (una delle caratteristiche da lui stesso raccontate nel libro), per cui ogni lavoro svolto e ogni esperienza sono state una successione continua da non conoscere mai complete battute d’arresto, ma con nuove opportunità dietro l’angolo; insomma una bella biografia di ispirazione motivazionale, anche per il mio lavoro di insegnante.

In un libro dove a molti fatti seguono riflessioni o principi in corsivo, la formazione del giovane Cecchetto è interessante: partendo da essersi trasferito con la famiglia a Milano da Ceggia, in provincia di Venezia/ndr, a 3 anni, si possono ricordare da piccolo il ‘suo primo contatto con una “star”’ il futuro papa Paolo VI, servito nella sua prima visita ufficiale a Milano, e, più grande, avere accettato tranquillamente la sua sostituzione a sorpresa alla batteria di un gruppo dove suonava con uno migliore di lui, un’esperienza utile a insegnargli ad apprezzare la gente di talento e per il suo futuro lavoro da discografico.

Il Cecchetto conosciuto si sviluppa maggiormente fra gli anni ’70 e ’90, iniziando come dj (arrivando all’unica discoteca di tendenza di Milano, il ‘Divina’, e avendo elaborato un proprio stile), passando alla prima radio libera di Milano (nel 1975, come dj e speaker, dopo un provino improvvisato), poi le co-conduzioni di tre programmi di musica (fra cui tre edizioni del Festival di Sanremo e alcune di ‘Festivalbar’ [la versione estiva di Sanremo, con i brani italiani e stranieri più suonati ai jukebox e, ndr, nei locali]), la nascita e l’enorme successo di ‘Radio Deejay’ – la prima radio per giovani(ssimi, ndr) (tra i cui speaker famosi Gerry Scotti, Amadeus, Fiorello, Jovanotti – tutti scoperti da lui), la conduzione di due programmi musicali nella prima tv libera di Berlusconi e la creazione di una ‘tv dentro la tv’ (ndr), ‘Deejay Tv’ (una pre-Mtv [Italia], ndr) in onda su Canale 5, e, poi/ndr, su Italia Uno (io la vedevo).

Da talent scout, oltre che la radio anche per la musica, il lancio degli 883, di Sandy Marton (dell’hit anni ’80 ‘People from Ibiza’), di Sabrina Salerno (con ‘Sexy girl’ e ‘Boys boys boys’ 14 milioni di dischi nel mondo) e di Leonardo Pieraccioni (a ‘Deejay Tv’, poi regista).

Nella sua storia di personaggio conosciuto per finire quella del suo brano famoso ‘Giocajouer’, nato da una conversazione su una sua performance con il corpo di ballo di un programma da lui condotto e del venire a conoscenza di una pratica degli animatori nei villaggi turistici nelle serate di intrattenimento dei clienti.

Interessante del Cecchetto sconosciuto avere brevettato un tipo di lattina che conserva una bevanda aperta che non si beve tutta subito, rifiutata dai produttori. E a chiusura della storia un compleanno a sorpresa in casa sua per i suoi 60 anni, in compagnia dei collaboratori e degli artisti più stretti (Jovanotti, Max Pezzali, Fiorello e Gerry Scotti).

Alcune testimonianze degli artisti da lui scoperti fra cui quelle di Jovanotti (per cui il mondo di Cecchetto è come il contenuto di una famosa serie ambientata nel West, dove tutto è possibile – come lui che da persona che mixava i dischi era diventato uno che scriveva le sue canzoni), Max Pezzali (per cui nessun discografico aveva capito i suoi testi tranne Cecchetto – e, ndr, aveva deciso di produrlo), Fiorello (che pensava di essere per Cecchetto la sfida più faticosa del mondo, per entrare alla radio), Fabio Volo (all’inizio speaker di ‘Radio Capital’, curata da Cecchetto) (per cui lui di lavoro non è solo quello che ha fatto, ma una vera e propria professione a sé che dovrebbe chiamarsi ‘Claudio Cecchetto’) e Leonardo Pieraccioni (per cui Cecchetto possiede il dono di individuare i ‘divulgatori di energia’ – come, ndr, lo sono state tutte le scoperte del nostro).

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