L'avevamo lasciato, il Lolli, un pò abbattuto nell'LP precedente, 'Un uomo in crisi'. 'Canzoni di rabbia' è il suo terzo LP, ed è una piccola rivincita sia per la redenzione parziale da quel regno di paranoie ed angosce in cui ci aveva fatto da Caronte con i primi due LP, sia perché, di questa 'trilogia esistenziale' mi sembra l'episodio riuscito meglio.
Dei primi due ho parlato nella recensione di 'Aspettando Godot', a questa trilogia seguirà un coinvolgimento più sentito a temi politici e sociali, ne 'Ho visto anche degli zingari felici' e 'Disoccupate le strade dei sogni'.
I brani sono divisi in due lati, come in ogni LP, ma ogni lato vuole avere una sua individualità, grazie ai titoli che anticipano la tracklist: rabbia solitaria e rabbia lucida. Canzone per canzone, seguendo la sua produzione dall'inizio, ci si lascia alle spalle quella urgenza di comunicare il disagio esistenziale, che è ossessiva e non troppo originale in 'Aspettando Godot', ripetitiva in 'Un uomo in crisi'. In questo terzo capitolo troviamo anche qualcosa di più vivace, di più motivato: il lato A si apre e chiude con un 'Viaggio' ed un 'Viaggio di ritorno', la prima ci suggerisce davvero la possibilità di un nuovo inizio, di una nuova ispirazione, con l'uscita da una galleria e la voglia di vivere che va a cozzare contro il malessere esistenziale. Di questa metà del disco apprezzo 'Vent'anni', una poesia delicata in cui trovo un Lolli veramente ispirato rispetto a tanti altri episodi. Nella seconda parte è proposta un'iniziativa di comunione, di unione, per fronteggiare ciò che è avverso, e oltre a due brani non indispensabili troviamo 'Al milite ignoto', in cui la storia di questo soldato offre lo spunto per riflessioni sulla durezza della guerra, sulla precarietà della vita, ma anche sulla forza degli affetti e sull'amarezza di un'assenza che, riflettendo, è ignota per noi, da lontano, ma il milite è tutt'altro che ignoto, è ogni caduto, che porta con sé lo struggimento di famigliari, amici, amori e commilitoni. L'altro episodio è il degno epilogo di questa trilogia: 'Compagni a venire', in cui un insospettabilmente (quasi) ottimista Lolli chiude con un finale che se non è lieto, non esclude la possibilità di incontri, confronti, rapporti che non includano solo rabbia, dissennatezza e risentimento, ma amore, affetto, empatia. "Compagni a venire" è certo uno dei brani migliori del cantautore, e forse il migliore di questa prima fase, iniziata in maniera magistrale con il brano 'Aspettando Godot', in cui invece il protagonista era molto solo, e proseguita tra buoni episodi ed altri meno buoni.
Carico i commenti... con calma