Claudio Simonetti è uno che non ha bisogno di presentazioni, spalla artistica di Dario Argento, nonché musicista e compositore, ha firmato la colonna sonore di film come Suspiria, Inferno, il Cartaio, Opera, Demoni e così via fino a La terza madre: purtroppo devo dire che questo cd non è ciò che uno, o almeno io, si sarebbe aspettato.

La prima perplessitudine deriva dall'assenza dei Goblin, co-fautori essenziale dei successi passati, passando per l'assenza quasi assoluta delle campionature elettroniche; insomma, per questi ed altri motivi quest'uscita mi puzza di operazione commerciale, e mi sembra che la stessa biasima sia stata fatta per il film, che però non ha a che vedere con la recensione.

Ora, di certo io non disprezzo la musica classica, però quando è troppo statica e lenta, beh... è come l'ospite insomma. L'orchestra D.I.M.I. di Roma che interpreta una sinfonia di Schubert, Haydn, Mozart è una cosa, un'altra sono 45 tracce mediamente di 2 minuti ciascuna, e per di più ripetitive... il motivo che mi spinge a dare una stellina è l'ultima traccia, titoli di coda, in cui Simonetti collabora col grande Dani Filth.

She's the mother of tears' titolo della traccia, è a mio avviso da considerarsi vicina allo stile dei Cradle of filth, i quali hanno sempre fatto largo uso di campionature orchestrali, è in questo riguardo la colloco al disopra di tutti gli altri capolavori della band; infatti né ‘To Eve the art of witchcraft', né ‘Gothic romance' né ‘Beneath the howling stars' o ‘Nymphetamine' mi hanno colpito quanto questa canzone. Ma non voglio essere presuntuoso, per cui aggiungo a mia discolpa il fatto che questa mattonata di cd (ok, l'ho detto) in più occasioni anticipa quella che è la melodia finale noché i sussurri di Dani Filth, il cui effetto appunto è un'amplificazione emotiva una volta che si giunge alla traccia, una volta che finalmente compaiono le tastiere distorte e i violini che si commutano in ritmo binario, per poi soffocare sotto una sfuriata di cassa che lascia il vuoto alla voce unica al mondo e incredibile di Dani, che innesca in un registro profondo le strofe perfide e crudeli dove la ‘vergine e madre' di Dante si deforma in ‘Virgin and a whore' rivolto alla strega del film, passando per gli screams del refrain, per i tamburi, e i conclusivi versi, sulla stessa melodia che pare una preghiera rivolta agli inferi.

E con questo penso di aver detto tutto ciò che penso sul disco, a cui mio malgrado aggiungo, non compratelo!!

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