Doverosa premessa: perché recensisco un album come questo su Debaser? Perché sono un cazzone masochista.
("Macchicacchio sono i Clean Bandit?"- Utente Medio) I Clean Bandit sono un gruppo di musica elettro-classica/synth/baroque pop Inglese, e arrivano finalmente al momento dell'esordio discografico dopo qualcosa come otto anni dalla loro formazione. Ammetto che ero veramente incuriosito della proposta di questi giovani musicisti (nonostante non fosse granché innovativa, poiché strada già battuta da gruppi come Basament Jaxx e Portishead), anche perché i singoli rilasciati lasciavano ben sperare. Fra questi vi era una certa "Rather Be" (qua l'Utente Medio comprende che i Clean Bandit sono uno dei gruppi che gli ha sfasciato le ovaie quest'estate) brano, a mio avviso, riuscitissimo. Certo, é chiaramente una canzone commerciale e senza molte pretese (soprattutto dal punto di vista del testo, problema che si abbatte purtroppo su tutte le canzoni del quartetto. Fatto piuttosto grave, visto che i nostri amici hanno frequentato Cambridge, non l'ultima delle scuole, diciamo), ma ti fa cantare e ballare il piede, cazzo. Ed era da un po' che non sentivo alla radio una canzone che mi facesse cantare. Nonostante ciò, ritengo questo disco come un'occasione mancata. Quelli che come me avevano già ascoltato qualche canzone dei Clean Bandit prima che uscisse "New Eyes", infatti, si saranno imbattuti nella loro prima canzone in assoluto, "Mozart's House", pubblicata anche nel suddetto disco e risalente all'ormai lontano 2010. Questa canzone é, in poche parole, quello che mi aspetterei da un gruppo (abbastanza) eclettico moderno. Sapiente fusione di house, disco e classica con vari rimandi a un synthpop di Depeche Modiana memoria. E l'album si meriterebbe un dieci pieno se fosse stato composto tutto in questo modo. Ma ovviamente non é stato così. Troviamo ancora qualcosa di buono in "A+E", buon tentativo di fare qualcosa di vagamente funky, nella title-track, retta dal rap furioso della cantante Lizzo e nella conclusiva "Outro Movement III", musica classica suonata con dei sintetizzatori che ricordano le colonne sonore dei vecchi videogiochi e che si conclude con una melodia strappalacrime retta dal solo quartetto d'archi. Ma dopo? Troppe canzoni troppo simili tra loro, quasi fossero state composte in fretta e furia per cercare di ripetere il successo di "Rather Be", e quella sensazione che non avessero voglia di complicarsi troppo le cose e di rivolgersi a un pubblico troppo ristretto. Non sto però parlando di un disco brutto. E' anzi assai godibile, ma stiamo parlando, come già precisato prima, di un'occasione mancata. Per essere più chiaro; avete presente quando andavate alle elementari e la maestra diceva a vostra madre "Suo figlio é bravo, ma non si applica"? Ecco. Questo é "New Eyes". Un disco non approfondito perché nessuno si applicato per renderlo tale. Qualcosa che poteva ma non é. I Clean Bandit, dunque, hanno ora davanti a loro due percorsi musicali: quello di "Rather Be" e quello di "Mozart's House". Ma, visto il recente featuring con Jess Glynne nell'inedita "True Love", sembra palese quale sia (purtroppo) la strada che i quattro hanno deciso di intraprendere.
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