American Sniper


Titolo originale: American Sniper

Regia: Clint Eastwood

Cast: Bradley Cooper, Sienna Miller, Luke Grimes

Musiche: “Taya's Theme” Gennady Loktionov, “Someone Like You Van Morrison, “The Funeral” Ennio Morricone.

Produzione: 22 & Indiana Pictures, Mad Chance Productions, Malpaso Productions USA 2014

Genere: Biografico, guerra, drammatico

Durata: 132 min


Trama

Il film si basa sulla storia del cecchino più letale della storia americana, Chris Kyle. Facendo parte degli U.S. Navy Seals, si reca in Iraq con una missione ben precisa: proteggere i suoi commilitoni. La sua straordinaria precisione salva numerose vite e subito viene soprannominato “leggenda”. Nel frattempo, cresce tra gli insorti, la taglia sulla testa di Kyle. Oltre alla guerra sul fronte, si trova a combattere una battaglia personale e interiore, forse, ancora più ardua da fronteggiare.


Recensione

Cosa potremmo mai aspettarci dal buon vecchio Clint? Eccolo l’ennesimo capolavoro cinematografico di un mostro sacro del cinema di tutti i tempi, che dopo aver diretto film come, “Million Dollar Baby”e “Mystic River”, torna nuovamente alla ribalta.

Candidato a 6 premi oscar ( miglior film, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura non originale, miglior montaggio, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro), questa pellicola ha diviso il pubblico in due parti: una parte che definisce il film pro guerra e lo considera, secondo me minimizzando, la classica “americanata”. Altri invece, considerano questo film un capolavoro e lo definiscono un film contro la guerra. Lo stesso regista pochi giorni fa, ha dichiarato: "La più grande dichiarazione contro la guerra che un film possa fare è mostrare i danni che produce alla famiglia e alle persone che tornano alla vita civile". Il film sottolinea infatti, la guerra interiore di un uomo, che dopo essere ritornato alla vita comune, non riesce a dimenticare gli orrori della guerra, continuando a pensare al suo dovere. Bradley Cooper ( Limitless, American Hustle - L'apparenza inganna), ci regala un’interpretazione commovente; grazie a lui riusciamo ad immedesimarci in Chris Kyle, nella sua lotta interiore. Durante il film, aumenta sempre più la disperazione della moglie. Per Chris, la famiglia può aspettare ma la sua nazione, no; ma lui è un essere umano, non un supereroe. “La gloria è qualcosa che certi uomini inseguono e in cui altri si imbattono per caso, ed è un gesto nobile ma quand’è che la gloria svanisce e diventa una crociata sbagliata?”, questa frase, secondo me, riassume tutto il film; la domanda che mi pongo è, dov’è il limite, c’è un giusto mezzo tra i due estremi? Secondo Orazio si, c’è un limite, “est modus in rebus”( il giusto sta nel mezzo).

Vedendo questa pellicola, mi è sembrato di essere davanti ad un documentario, forse per il fatto che vi è , la quasi totale assenza di musica, un espediente geniale, per far concentrare lo spettatore sull’aspetto psicologico-interiore del personaggio.

Un film che consiglio a tutti, potrà sembrare lento, soporifero, ma in realtà vi terrà incollati al televisore!

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