Nel panorama cinematografico esistono film che sono delle vere pietre angolari e poche pellicole hanno avuto il successo di critica e di pubblico come quello che ha avuto nel 1992 Gli Spietati di Clint Eastwood.
9 candidature e 4 Oscar vinti tra cui i 2 più importanti ( miglior film e miglior regia ) , inserito al sessantottesimo posto nella classifica dei migliori film di tutti i tempi dall’ American Film Institute, voto massimo 4/4 sul famigerato dizionario di Paolo Mereghetti, “pietra miliare ondacinema” , noto sito di cinema nostrano che porta in suo onore il nome..insomma questa è un’opera che mette davvero d’accordo tutti.
Tengo molto a recensire Gli Spietati perché questo crepuscolare western suscita in me sensazioni contrastanti che fa sì che ogni volta che viene trasmesso in tv non posso fare a meno di guardarlo ( pur possedendone un dvd a casa! )
Per una mia forma di nevrosi infatti tendo a rivedere più spesso film che non mi hanno convinto del tutto piuttosto che quelli che ritengo capolavori assoluti, quasi per un timore mal celato che quest’ultimi possano deludermi e non reggere la prova del tempo. In particolar modo rivedo volentieri opere talmente amate su cui è stato scritto di tutto quasi con la speranza di cambiare idea o di capire cosa mi perdo o cosa la mia sensibilità non comprende a pieno e questo film per quanto mi riguarda è un esempio perfetto.
La trama la conosciamo tutti: 1880, per questioni di denaro un ex fuorilegge sul viale del tramonto abbandona la buona strada per tornare ad uccidere 2 mandriani colpevoli di avere sfregiato una prostituta di Big Whiskey Wyoming.
I pregi del film sono comunque notevoli, la fotografia è meravigliosa ed alcuni passaggi memorabili: penso ai notturni di pioggia, ai cieli carichi di cattivi presagi, e sopratutto penso allo sviluppo di alcuni personaggi che mi affascinano ancora adesso, Gene Hackman nei panni di Little Bill è superlativo, sembra che nella vita di attore non abbia fatto altro che lo sceriffo, uno sceriffo così sporco nel suo passato oscuro, nella sua violenta freddezza e misoginia ma allo stesso tempo ed in piccolissima dose simpatico nell’affrontare il lavoro di carpentiere (che non sa fare!) ed in qualche modo giusto (vietando l’uso di armi da fuoco nella sua contea) e necessario nella sua partigiana severità, il proprietario del saloon Skinny è il ruffiano perfetto.. una faccia migliore Clint non poteva trovarla, una specie di lontra che si barcamena in un mondo a cui non sopravviverebbe se dovesse comportarsi in modo leale e quindi ideale sfruttatore di donne considerate alla stregua di comuni bestie da soma ..riuscitissimi anche i personaggi minori ma che minori non sono come il mandriano pezzo di merda che sfregia la donna, Il dandy killer Bon l’inglese e persino il suo biografo Beauchamp serve a dare quel pizzico di leggerezza ad un film molto cupo come questo.
Insomma tutto bene salvo che alcune cose proprio non riesco a farmele piacere; guardando la pellicola ho la sensazione di una certa artificiosità che Clint adopera nel voler a tutti i costi sfatare certi luoghi comuni del cinema western, la più grossa lacuna che rilevo è una certa mancanza di credibilità nel carattere diventato così ecumenico del protagonista in seguito ad una promessa fatta alla moglie morta. Mi torna difficile credere che un assassino così terribile possa cambiare in quel modo (anche se per un breve periodo come poi si vedrà) o meglio, mi sembra impossibile che un tipo del genere abbia una presa di coscienza così articolata e che possa diventare un padre così saggio e che ripeta per tutto il film che “uccideva perché era sbronzo dalla mattina alla sera” .
Stessa cosa per il personaggio interpretato da Morgan Freeman, l’amico di un così terribile assassino probabilmente nato schiavo e probabilmente analfabeta che si redime nel momento di sparare il colpo decisivo non mi convince per niente.. insomma se western realistico deve essere, gli unici personaggi che ritengo veritieri sono gli sciacalli che vanno a togliere gli stivali ai cittadini morti nel Mucchio Selvaggio.
Schofield Kid è tra tutti quelli che sopporto di meno, il discorso fatto ai piedi dell’albero lo trovo pomposo nella sua inverosimiglianza, ritengo poco plausibile che un ragazzino neanche troppo sveglio come lui e scosso per avere ucciso un uomo a freddo in quel modo trovi le parole per aprire il suo cuore ed affermare che non vuole più uccidere nessuno ( purtroppo la camorra insegna che iniziando i ragazzini, questi rimangono sicari tutta la vita ).
La musica composta da Clint così dolce e malinconica che accompagna le cavalcate dei protagonisti la trovo piuttosto insipida e inappropriata se consideriamo la natura del compito che andranno a svolgere ( è vero che le colonne sonore a volte giocano sul contrasto ..esempio panorama meraviglioso/ killer a galoppo ma anche tenendo conto di questo non posso che trovarle banali )
In conclusione trovo il film ben fatto e con notevoli pregi ma non riesco a considerarlo quel capolavoro che è per i più..mi sembra piuttosto freddo e calcolato e che sia stato caricato dalla stampa in modo forse eccessivo, come se tutto il mondo aspettasse da tempo il western definitivo.
Fascinosissimo il titolo del film, sia in lingua originale che in italiano (GLI SPIETATI ..con un titolo così si è già a buon punto!) e penso che in piccola parte abbia concorso al successo planetario dell’opera, molto bella anche la locandina .
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