Devo ammettere di essere stato tratto in inganno da una trama che sembrava promettere bene, aggiungendo questo al fatto che il regista forse un certo Clint Eastwood.

La scelta che mi si potrasse davanti quella sera non era delle migliori tra il chiaccherato film di Checco Zalone, questo lungometraggio e un altro film in 3D per cui onestamente non avevo voglia di spendere la cifra richiesta per quel tipo di proiezione.

Questo "Hereafter" purtroppo è una delusione sotto tutti i punti di vista. Due ore e passa di film piatti e monotoni, riempiti con tre vicende che si alternano sullo schermo con una medesimo tema ovvero la morte e esperienze a questa vicina, andando incontro a un finale quantomeno scontato quanto il film.

"Hereafter" (in cui tra gli attori principali troviamo Matt Damon nelle panni di George Lonegan di un operaio sensitivo di San Francisco) comincierebbe anche bene specie nel raccontare queste tre storie, prendendo spunto anche da vicende realmente accadute: lo drammatico tsunami di qualche anno in Asia (qui mostrato in maniera piena e altamente drammatica) e l'attentato terrostico alla stazione di Londra del 2005. Il problema è che da qui in poi il rischio è quello di addormentarsi davanti allo schermo con improbabili sedute spiritiche e tempi narrativi lentissimi che inficiano il risultano finale ulteriormente.

Ci si aspetterebbe visto le tematiche trattate, che il film comunicasse e lasciasse qualcosa, avesse un senso, incuriosisse lo spettatore portandolo a interrogarsi. Invece come accade alla maggior parte dei film odierni, questo non lascia proprio niente, se non la convinzione di aver buttato soldi al vento.

Purtroppo l'unica domanda che l'ignaro spettatore si pone è: ma quando finirà "Hereafter"?

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