Il titolo potrebbe trarre in inganno, perchè ci porta la' dove qualsiasi considerazione concettuale è inutile: perchè "il fiume infinito"?
Cinquant'anni di carriera sono tanti, d'accordo, ma non certo infiniti.
Quindi dimentichiamoci il titolo e iniziamo a leggere questo bel tomo, di 336 pagine, dense di informazioni e con un bel po' di immagini posizionate alla fine del libro, caratteristica originale ma che fa scendere l'immediatezza di lettura a tal punto che mi sono accorto delle immagini solo alla fine della lettura del libro...
Concentriamoci sui contenuti, davvero molti.
Si parte dagli albori (e ci mancherebbe), ovvero dal 1965, analizzando nota per nota, parola per parola, tutte le composizioni della Band, fino ad arrivare al 2014, anno di uscita del librone, e coincidente anche con l'anno di uscita dell'ultimo album dei Pink.
La lettura a tratti è coinvolgente. Sono raccontati episodi gustosi della vita di gruppo che fino ai primi '70 somigliava quasi a una "comune" piuttosto che a una band.
Ma, c'è sempre un ma... Ci sono anche molte informazioni (ad esempio i titoli iniziali - poi cambiati - di alcuni brani, gli studios dove sono state registrate le takes degli album con il numero di piste dei registratori utilizzati...) insomma... che risultano non proprio il massimo dell'interessante.
Invece, ho trovato molto divertenti e coinvolgenti le note dei musicisti che descrivevano come arrivavano alla composizione di alcuni brani davvero storici, come riuscivano a ricreare, fino ai primi '70, effetti e suoni particolarissimi con strumenti "fisici" e non elettronici, che all'epoca non c'erano. Curiose ed originali, per l'epoca, alcune registrazioni "on air" di rumori che, opportunamente effettate, sono entrate nel nostro immaginario (ad esempio, "On the Run" da "The Dark Side of the Moon" o la mitica "Colazione psichedelica di Alan"), oppure le registrazioni di canto e strumenti effettuate al contrario.
O ancora, come è nato il titolo di uno dei loro più fondamentali album, Atom Hearth Mother. Altri dettagli interessanti li troviamo nella descrizione approfondita dei brani che non sono mai stati inseriti in album ufficiali, ma magari sono comparsi recentemente in raccolte, cofanetti e bonus vari.
Insomma... secondo me vale la spesa, anche se a tratti la lettura si incaglia un po' in particolari un po' troppo leziosi.
Infatti, il malloppone si può considerare un'opera fondamentale sui Pink Floyd. Considerate che, per scelta degli autori, ogni singolo album è stato analizzato compiutamente, anche se non apparteneva alle opere di loro maggior successo.
Questo per far emergere idee e sensazioni anche degli album meno conosciuti ed incensiti.
La massa di informazioni che il libro offre è davvero enorme, lo sforzo di analisi è intenso e, nel complesso, si tratta di una lettura interessante, anche perchè non si tratta di uno spot pro Pink Floyd e nemmeno di una mega-recensione con voti e consigli su come e dove acquistare gli album. E' un libro che compie un'analisi distaccata, quasi da "storico della musica".
Per appassionati.

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