Dopo molti anni di esperienza e una discografia non magra di sicuro, i Clutch tornano con il nuovo "From Beale Street To Oblivion", e finalmente con una distribuzione che grazia anche l'Italia: diciamolo con estrema soddisfazione, era ora che qualche stronzo, rotto in culo figlio di puttana si accorgesse del talento di questi 4 rockers (scusate il francesismo).
Ma, purtroppo, non sono i primi nè saranno gli ultimi a non godere della dovuta/giusta attenzione da parte di critica e pubblico: sono quei casi più unici che rari come gli Unida (grandissima band di John Garcia, con all'attivo due dischi) che risultano, alla luce del rock attuale, dei gruppi anacronistici a "causa" del loro background che affonda magicamente le radici nel passato, noncurante delle mode o delle attuali sonorità che ha intrapreso il rock.

A proposito degli Unida, vorrei consigliarvi caldamente di recuperare quanto prima l'album inedito (lo trovate a nome di "unreleased album"), che sarebbe dovuto uscire per la American Recordings ma che alla fine, per cause legali rimase congelato (speriamo non eternamente). Un peccato mortale, in quanto l'album è uno dei più bei casi di old-school hard-rock che siano usciti negli ultimi anni, prodotto addirittura da Rick Rubin (che aveva fiutato le enormi potenzialità del gruppo) e dove ogni singola canzone è pregna di sentimento e passione, con la voce di Garcia spesso di una bellezza commovente.

Un'album di proporzione davvero epocale, ma è semplicemente il destino crudele riservato dal mercato di oggi a band come queste, e dove la causa di ciò non è tanto un problema di revivalismo, quanto da ricercarsi nell'attuale trend che il revivalismo ha assunto, guidato principalmente dall'immagine imposta dalle case discografiche ai gruppi, che se vogliono raggiungere un successo commerciale facile ed immediato, non possono astenersi dal non curare.
Quella dei Clutch (o degli Unida) non può nemmeno chiamarsi operazione di revival (o di resuscitazione), i Clutch ciò che suonano lo hanno semplicemente nel sangue.
Influenzati dalla tradizione musicale e dal contesto in cui vivono, non sono spuntati da un giorno all'altro con il pallino del revivalismo: quello che suonano adesso è il frutto di tanti anni a forgiare il loro stile, ormai ben definito, maturo e personale.
Questa maturazione ampiamente raggiunta da tempo, in quest'album riguarda soprattutto il songwriting, dove non si nota nessuna esitazione e nelle linee vocali, che sono come sempre superlative, catchy e ancora migliori del passato, se possibile. La voce infatti è la conferma di essere la vera marcia in più, se non il fulcro dei Clutch ma, di contro stavolta sembra che la parte strumentale non si sia sprecata più di tanto, limitandosi un po' a fare il compitino rispetto al passato, ed evitando di sperimentare qualche soluzione nuova (tranne qualche episodio "southern"): talvolta le strutture delle canzoni hanno infatti una forma rock'n'roll forse un pò "tradizionale" e sono prive di quella imprevedibilità, follia e creatività che ha contraddistinto da sempre i Clutch.
La loro più grande capacità infatti non è stata quella di una sterile riproposizione dell'hard-rock di annata, ma quella di crossoverizzare il genere in maniera del tutto personale, che li ha differenziati da tutte le altre band del calderone.

Tornando al disco, non vuol dire che sia un'album mediocre, soltanto che l'aspettativa era maggiore considerati gli ultimi due strepitosi album.
Questo nuovo prosegue infatti il discorso iniziato col precedente, ovvero organo hammond presente in maniera massiccia e che impreziosce ogni canzone con il suo tocco, facendo respirare per tutta la durata del disco un'adorabile feeling settantiano.
Il ruolo dell'hammond si districa nel seguire passo passo i riff , a volte a duettarsi con loro o semplicemente come sfondo ad arricchire il suono generale.
Il tipico Clutch-sound rimane quindi intaccato e senza particolari novità di rilievo, seppure con una produzione meno pulita dei precedenti ad opera di Joe Barresi (già con Kyuss, Tool, QOTSA, Melvins).

Una delle canzoni che risaltano fin da subito è sicuramente "White's Ferry", dal tempo medio-lento, spossata e suggestiva, da "viaggio di ritorno": i suoi toni sono più pacati della norma, ma si riprende in potenza nel chorus, e con un finale quasi psych (una canzone abbastanza inusuale per i Clutch, a dire la verità, che si distacca dai loro tipici canoni).
Un'altra canzone che si fà notare immediatamente rispetto alle altre è la successiva "Electric Worry", un travolgente boogie rock alla Zz Top riletto alla Honky (underground band quasi sconosciuta ma eccezionale), dove affiorano le radici sudiste del gruppo con tanto di armonica e delle vocals irresistibili: tradizione bluesy-rock e tanto groove.
Ma non è l'unico pezzo del disco dall'impronta southern, infatti c'è anche "Black Umbrella", altra canzone che fà capire quanto il gruppo sia stato influenzato dall'esperienza del batterista dietro le pelli nell'ultimo disco dei Five Horse Johnson, portando una ventata di spirito confederato nei Clutch.
E' inutile dilungarsi troppo sulle restanti tracce, non ce ne sono di migliori o peggiori perchè ognuno troverà in ogni caso il proprio groove prediletto, tra un'epica "Rapture of Riddley Walker", una "When Vegans Attack" (crossover tra rock/blues con splendide incursioni country), il chorus irresistibile di "Power Player", una riflessiva "White's Ferry" o una esaltante ed iper-groovy "Opossum Minister" (ebbene si, quest'ultime due le mie preferite del momento). I toni caldi e avvolgenti dell'organetto non fanno altro che dipingere scenari a luci rosse, e mi stupisco come i Clutch non abbiano ancora dato "John Holmes Strikes Back" come titolo ad una canzone, ma considerando titoli come "Opossum Minister" o "When Vegans Attack", allora ci sono probabilità molto buone per il futuro.

Questo è porno-groove, amici, e dopo un disco del genere mi annoio anche solo a sentire parlare di un gruppo come i Wolfmother che, dopo solo un album viene già osannato, o addirittura venga salutato da varia gente (malauguratamente non sono dagli sbarbi), come i Led Zeppelin o i Black Sabbath del 2000.
Del 2000? Direi direttamente come gli originali dei '70s, visto che questo è un gruppo privo di una personalità, che sfrutta (plagia?) semplicemente i classici perchè ha fiutato il momento giusto in cui una proposta musicale revivalista del genere avrebbe potuto ottenere responsi positivi.
Viene naturale quindi tirare in ballo per la miliardesima volta il solito Mtv, veicolo di diffusione di ogni genere di immondizia musicale tirata a lucido come una baldracca ed imballata sù misura per il teenager medio che, privato di qualsiasi autonomia mentale, ingoia merda di vario tipo ed estrazione come Velvet Revolver, The White Stripes, Evanescence, Lacuna Culo, Trivium, Good Charlotte, Muse, Franz Ferdinand, e appunto Wolfmother, manco fossero oro colato.
Ma santa madonna, volete davvero che i vostri figli crescano con questo genere di insulti alla musica?
Dico, volete fare conoscere a questi poveri ragazzi di oggi cos'è il rock con delle band usa e getta che si distinguono tra attori, posers e giocolieri, ovvero la politica sulla quale è fondata Mtv?
Volete davvero lasciare i vostri figli in mano di una balia come i White Stripes?
Manco voglio sapè dove annate a dormì, me pijano li brividi me pijano... (cit. )

Dei Clutch c'è da fidarsi, potete stare tranquilli, conoscono l'hard rock come le loro tasche e non cercano di fottervi: sono 4 comuni lavoratori americani che si spaccano il culo con degli impieghi più o meno ordinari, e che poi a fine giornata hanno solo l'esigenza di scaricare lo stress suonando nella maniera più sincera possibile (ma con una classe fuori dal comune). Facendo questa musica è difficile pensare di arricchirsi, e anche se ormai sono dei professionisti il loro ruolo è quello di tenervi compagnia con una dose salutare, onesta e senza pretese di "From Beale Street To Oblivion".
Un gruppo e un disco con cui andarci a letto in quanto conosce molto bene le regole del trasporto, e il mattino seguente ve lo troverete ancora accanto a voi, perchè non è una zoccola.

Se avete il bisogno fisiologico di groove e di spirito genuino, chiedetelo a nessun'altro all'infuori dei Clutch: state tranquilli che ne possiedono a tonnellate sufficienti per scaldare le vostre anime intorpidite.

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