Sono gran poche le band degli anni 80 che hanno saputo marcare e definire nuovi territori musicali, gettando le basi per sconfinare nell'ambient, nell'elettronica, nella psicadelia e nella tanto bistrattata new-wave che tante "perle nascoste" ci ha regalato. Una di queste fu la band dei Cocteau Twins che ha avuto un notevole peso sull'immaginario collettivo del nuovo rock che si è andato a delineare fino ai giorni nostri.

Il canto etereo e al tempo stesso inquietante di Elizabeth Frazier e gli arpeggi cupi e angelici al tempo stesso di Robin Guthrie, hanno animato il movimento new wave della prima metà degli anni Ottanta e sono giunti fino a oggi assolutamente attuali e ancora più affascinanti. Un disco perennemente in equilibrio instabile tra atmosfere dark, ambient e new-wave che intreccia trame ricamate con fili elettronici e psichedelici di rara suggestione. La voce "sacrale" di Elizabeth si inerpica fragile in scale ipnotiche e circolari sorretta soltanto da esili strutture armoniche uniche ed inconfondibili, un vero e proprio "marchio di fabbrica" che ha fatto di questo duo uno standard di riferimento per i cultori del genere.

Colonna sonora immaginaria per un ipotetico film noir di Tim Burton per le atmosfere notturne e "insane" che evoca, il doppio disco raccoglie invece le fatiche delle registrazioni fatte tra il 1982 e il 1996 e volute dal grande John Peel che li volle negli studi della BBC in più occasioni. Il risultato è questo strepitoso doppio album con versioni oscure e magiche di loro celebri hit come "Ivo", "Feathers-Oar-Blades", "Beatrix" e la magica cover di "Strange Fruit" di Billie Holiday. Disco magnetico, a tratti irresistibile. Unica pecca, se proprio vogliamo spulciare qualche difetto, è la produzione un po' troppo monocorde e "granitica": quasi un'esibizione live con poca attenzione al suono e agli arrangiamenti che, se curati e cesellati nel modo migliore, avrebbero confezionato un prodotto "inattaccabile" nel tempo. Un piccolo neo che si dissolve come per incanto quando partono le prime note di "Waxe and Vane" del disco 1. . . da brivido!

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