Non citerò Siouxsie Sioux in questa recensione. E’ il vizio di tutti quelli che “toccano” i primi dischi dei Cocteau Twins. E niente riferimenti ai Joy Division. Con tutto il rispetto per gli artisti di cui sopra (che, tra l’altro, amo moltissimo), i Cocteau Twins sono altro.

“Garlands” è un disco d’esordio, per niente naif, come suole essere ogni disco d’esordio che si rispetti, incastrato tra due EP sublimi: “Lullabies” e “Peppermint Pig”.

Il debutto è aperto da “Blood Bitch” : è un loop continuo, quello della drum machine, che si ascolta da questo momento: l’onnipresente Roland808 in sostituzione a una batteria “vera” rende il tutto ancora più ossessivo e allucinato. Un sound distorto e stridente, invece, frutto della chitarra di Robin Guthrie, contrasta con l’incalzare perpetuo del basso di Heggie. La linea cui si attiene la band è essenzialmente questa, senza, però, mai cadere nella monotonia, anche in brani come “Wax And Wane”, “But I’m Not”, “Garlands”, “Grail Overfloweth”. Proprio quest’ultimo pezzo, languido e inquietante, che ha il compito di chiudere questo primo LP, è forse l’emblema di quella claustrofobia di cui spesso si parla riferendosi alle produzioni dei Cocteau Twins dei primi tempi.

La parte centrale del disco è sicuramente la più interessante: “Blind Dumb Deaf”, nonostante le atmosfere spettrali che evoca, anticipa un certo stile, tipico della band: le similitudini con “Sugar Hiccup” contenuta in “Head Over Heels”, il loro secondo lavoro, o con certe sonorità di “Treasure” (1984) e “Blue Bell Knoll” (1988), sono evidentissime. “Shallow Then Halo” apre la strada, invece, a quel fare filastrocche tipico della Frazer (il suo cognome è scritto così sul booklet di questo disco: forse un errore di stampa?) e così anche “The Hollow Man”: rime, allitterazioni, assonanze…

Garland, insomma, è un gran bel disco. Forse non un capolavoro, ma sicuramente un disco che gli amanti del Dark Wave massiccio devono avere. Consideratevi fortunati se lo trovate (o lo avete già) in vinile: all’interno del booklet sono stampati i versi di alcuni pezzi, altrimenti indecifrabili.

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