Pur trat­ta­tan­do­si di due di­schi se­pa­ra­ti, in real­tà i due vo­lu­mi di "Mu­sick to Play in the dark" sono da con­si­de­rar­si come un'o­pe­ra unica nella lunga e ster­mi­na­ta di­sco­gra­fia del grup­po inglese.​ Si trat­ta di mu­si­ca fra le mi­glio­ri mai in­ci­se dai Coil e rap­pre­sen­ta una sorta di "evo­lu­zio­ne so­no­ra" che li porta dal cupo go­ti­ch-in­du­strial degli esor­di ad una sorta di con­ta­mi­na­zio­ne fra la Co­smi­ca te­de­sca dei primi Tan­ge­ri­ne Dream e Clu­ster e la mu­si­ca "am­bient" dei vari Aphex Twin ed Au­te­chre. Que­sto svi­lup­po "so­ni­co" verrà da loro de­fi­ni­to "Moon Music" come si può evin­ce­re già dalle co­per­ti­ne dei di­schi dove sono rap­pre­sen­ta­ti pae­sag­gi di pia­ne­ti ex­tra-di­men­sio­na­li il­lu­mi­na­ti da oscu­re lune alie­ne.

Il primo LP si apre con la se­pol­cra­le li­ta­nia di "Are You Shi­ve­ring?", dove la voce re­ci­tan­te, mi­nac­cio­sa e de­cla­ma­to­ria di John Ba­lan­ce è ac­com­pa­gna­ta da un cupo "drone" elet­tro­ni­co ed a cori in­quie­tan­ti che evo­ca­no at­mo­sfe­re "Lo­ve­craf­tia­ne".Si pro­se­gue poi con un pa­le­se e riu­sci­to "omag­gio" ai Tan­ge­ri­ne Dream pe­rio­do "Phae­dra" con "Red Birds Will Fly Out of the East and De­stroy Paris in a Night". La suc­ces­si­va "Red Queen" si ri­ve­la in­ve­ce una splen­di­do pezzo do­mi­na­to da un pia­no­for­te jaz­za­to ma con il con­sue­to "fee­ling" dark-go­ti­co che li ha sem­pre ca­rat­te­riz­za­ti. "Broc­co­li" si snoda in­ve­ce in modo biz­zar­ro e on­du­la­to fino a con­dur­re l'a­scol­ta­to­re ai de­li­ri di "Stran­ge Birds" dove è pos­si­ble ascol­ta­re un "col­la­ge" di fonti so­no­re non iden­ti­fi­ca­te che ricorda i Pink Floyd di "Several Species of Small Furry Animals Gathered Together in a Cave and Grooving with a Pict da "Ummagumma" e il canto di uc­cel­li di altri pianeti. ​Si chiu­de poi con l'ef­fi­ca­ce "The Drea­mer is Still Asleep", un'in­vo­ca­zio­ne "ac­co­ra­ta" ad un oscu­ro e mi­ste­rio­so so­gna­to­re che po­treb­be es­se­re anche Cthu­lhu co­no­scen­do l'in­fluen­za di H.​P.​Lovecraft sulla poe­ti­ca dei Coil.

Il se­con­do vo­lu­me ini­zia­con la sua­den­te e ven­to­sa nenia di "So­me­thing" per poi la­scia­re su­bi­to il posto al sin­fo­ni­smo spe­ri­men­ta­le elet­tro-et­ni­co di "Tiny Gol­den Books". "Ether" si apre in­ve­ce con ron­zii elet­tro­ni­ci degni dei mi­glio­ri Clu­ster per poi pro­se­gui­re con le so­no­ri­tà cupe del piano e la voce ma­la­ta di Ba­lan­ce."Pa­ra­noid Inlay" è un brano spe­ri­men­ta­le che evoca stati d'a­ni­mo an­go­scian­ti : è evi­den­te come i Coil siano ormai degli abi­lis­si­mi ma­ni­po­la­to­ri del suono e in que­sto senso gioca un ruolo fon­da­men­ta­le Peter Chri­sto­fer­son.Il disco si chiu­de con "Where are You?", pezzo che si basa su un "loop" sfa­sa­to di pia­no­for­te su cui Ba­lan­ce cerca di con­dur­re l'a­scol­ta­to­re verso vi­sio­ni folli non di que­sto mondo.​Il ca­po­la­vo­ro ar­ri­va co­mun­que alla fine con l'in­no sacro di "Bat­wings", brano sor­ret­to dalle so­no­ri­tà di un or­ga­no e ispi­ra­to dalle li­ri­che dello scrit­to­re in­gle­se Sir Tho­mas Brown re­ci­ta­te in stato di "tran­ce" da un Ba­lan­ce in stato di esta­si mi­sti­ca.

In con­clu­sio­ne ci tro­via­mo di fron­te ad una delle più ef­fi­ca­ci prove dei Coil che si con­fer­ma­no come uno dei grup­pi spe­ri­men­ta­li in­gle­si di punta. ​Purtroppo oggi il grup­po non esi­ste più a causa della pre­ma­tu­ra e tra­gi­ca scom­par­sa di John Ba­lan­ce e di Peter Christopherson. Attualmente tutti i loro dischi sono diventati delle rarità - per una questione di diritti - compresi i 2 volumi di "Musick To Play In The Dark": Si aspettano urgentemente delle ristampe del loro sterminato catalogo.

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