Come promesso la Dais Records rende disponibile (in diversi formati fra cui cd e vinili in edizione limitata) anche l'attesa ristampa del secondo volume di Musick To Play In The Dark dei Coil, a mio avviso il vertice artistico raggiunto da John Balance e Peter Cristopherson, qui aiutati dal fido Tighpaulsandra, già collaboratore in passato di Julian Cope.

Lo stile di questo disco ricalca il discorso musicale del capitolo precedente anche se forse la componente industrial si affievolisce ulteriormente. In pratica ci troviamo di fronte, molto probabilmente, a materiale proveniente dalle medesime sessioni di registrazione. In effetti i Coil avrebbero potuto tranquillamente pubblicare un doppio LP considerando la contiguità stilistica di queste canzoni.

Musicalmente ecco che ci troviamo di fronte a quel particolare suono denso, minimale e bizzarro (qui definito come "Moon Music") con cui il gruppo inglese aveva inaugurato la seconda parte della loro carriera. Si potrebbe dire in effetti che questa è musica lunare, oscura, da ascoltare, come suggerito dal titolo, al buio della propria camera in uno stato di meditazione.

L'inizio è affidato alla ven­to­sa nenia di "So­me­thing" in cui possiamo ascoltare una voce ossessiva in loop che ripete la parola "Something". Poi è la volta del sin­fo­ni­smo spe­ri­men­ta­le elet­tro-et­ni­co di "Tiny Gol­den Books", quasi un seguito della seconda traccia del volume precedente in cui i Coil pagavano il loro tributo all'elettronica dei Tangerine Dream. "Ether" si apre in­ve­ce con ron­zii elet­tro­ni­ci degni dei mi­glio­ri Clu­ster per poi pro­se­gui­re con le so­no­ri­tà cupe del piano e la voce ma­la­ta di Ba­lan­ce. "Pa­ra­noid Inlay" è invece un brano spe­ri­men­ta­le che evoca stati d'a­ni­mo an­go­scian­ti : è evi­den­te come i Coil siano ormai degli abi­lis­si­mi ma­ni­po­la­to­ri del suono e in, que­sto senso, gioca un ruolo fon­da­men­ta­le Peter Chri­sto­pherson. Dopo il breve intermezzo di "An Emergency" con protagonista la voce celestiale di Rose McDowall il disco prosegue con "Where are You?", basato su un "loop" trattato di un banjo su cui Ba­lan­ce cerca di con­dur­re l'a­scol­ta­to­re verso vi­sio­ni folli non di que­sto mondo. ​Il ca­po­la­vo­ro ar­ri­va co­mun­que alla fine con l'in­no sacro di "Bat­wings", sor­ret­to dalle so­no­ri­tà di un or­ga­no e ispi­ra­to dalle li­ri­che dello scrit­to­re in­gle­se Sir Tho­mas Brown re­ci­ta­te in stato di "tran­ce" da un Ba­lan­ce in stato di esta­si mi­sti­ca.

Sinceramente è difficile dire quale dei 2 tomi preferire. Forse preferisco questo in virtù della seconda parte anche se, nel complesso, il primo volume era qualitativamente più uniforme. In ogni caso siamo di fronte ad un caposaldo della carriera dei Coil e della musica sperimentale ed elettronica. Disponibile su Bandcamp: https://coilofficial.bandcamp.com/album/musick-to-play-in-the-dark-vol-2.

Carico i commenti...  con calma