Giorno nefasto quando Chris Martin si alzó dal letto pensando di voler fare un duetto con Rihanna. Non solo in quanto la canzone segna l'apice dell'album (e per questo fatevi due domande) ma anche perchè decide di affidare la produzione di Mylo Xyloto a ben tre produttori.

Il risultato? Un album superpompato e con troppi abbellimenti, che alla lunga finisce per annoiare, e le cui strofe hanno la sola funzione di preludio ai ritornelli da stadio (OH OH OH AAHHH) In apertura un intro mediocre, che dá il titolo all'album, la quale è collegata a Hurts Like Heaven, una delle poche canzoni decenti dell'album. Tutte le buone intenzioni svaniscono con paradise, dove inizia il basso superpompato di Guy Berryman, il quale si trascina a stento per il resto dell'album. La successiva Charlie Brown tende a stuccare dopo un paio di ascolti e Us Against the World tenta di portare il tutto sul romantico. In seguito abbiamo M.M.I.X, con la sola funzione di creare attesa verso il singolo di debutto dell'album, Every Teardrop is a Waterfall (comunque apprezzabile) Successivamente è presente Major Minus, canzone presente nell' EP rilasciato ad agosto 2011, la quale si merita il premio come assolo più banale. U.F.O lo vedo come un intermezzo docile prima di Princess of China che, come detto in precedenza, è l'apice dell'album (vi siete giá fatti due domande?) Seguono poi Up in Flames, rovinata da quella specie di metronomo e a Hopefull Transmission, la quale vuole calmare l'atmosfera prima della... Botta violenta di Don't Let It Break Your Heart, che vedo come una sorta di Viva la Vida portata all'esasperazione.

L'album si chiude con una traccia apprezzabile, Up with the Birds, che tutto sommato ci fa sperare in un prossimo capitolo migliore. Un'ultima cosa, che magari non tutti sanno, il titolo, Mylo Xyloto, non vuol dire assolutamente niente, come rivelato dal buon vecchio Chris

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