Gli EP non vengono mai calcolati come dovrebbero. E in questo caso non vale nemmeno la pena di calcolarlo come un'opera completa, in quanto manca un po' di omogeneità.

In effetti si tratta di una raccolta di tre canzoni, due di queste sono già incluse nella scaletta che il gruppo sta eseguendo nel tour festivaliero, che probabilmente verranno a far parte di quel misterioso LP5 che Chris Martin rimanda di anno in anno. E così, invece di farci un'altra pessima canzoncina di natale, il gruppo (per ingannare il tempo) punta sul singolone dell'estate: Every Teardrop is a Waterfall. Questa canzone, che prende elementi dal pezzo del 1976 I Go to Rio di Peter Allen, è una brutta imitazione dance dei momenti peggiori dei Coldplay, perciò non spenderò altre parole su questa traccia.

Interessanti, invece, sono le canzoni che seguono. La seconda, Major Minus, è incalzante e fresca quanto God Put a Smile Upon Your Face. L'oh oh nel ritornello ricorda Sympathy for the Devil degli Stones, mentre la parte vocale nel ponte la fa somigliare ad un pezzo degli U2 degli anni 90, quando (guarda caso) lavoravano con Brian Eno. Il lavoro di Eno in fase di missaggio si sente parecchio, rendendo interessante un pezzo che a lungo andare mancherebbe di verve. La chitarra davanti alla voce e un'assolo importante verso la fine della canzone mettono il chitarrista Buckland in primo piano, dandogli la giusta importanza. Moving to Mars, invece, è una ballata che inizialmente differisce un po' dai lavori precedenti dei Coldplay, ma che finisce per ricordare alcuni pezzi dell'esordio Parachutes in versione più pomposa e dalla struttura più complessa.

Tutto sommato, dopo diversi anni di attesa, è un po' pochino questo EP che si esaurisce in una manciata di minuti e lascia l'amaro in bocca per chi, da anni, aspetta il seguito di "Viva la Vida". Ascoltatelo intanto che aspettate l'uscita del nuovo album.

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