Lo ammetto, non è che i tedeschi mi stiano poi così simpatici. Opinioni, pregiudizi e luoghi comuni sui tedeschi, si sà sono numerosi. Parlano male dell'Italia e poi ci vengono sempre in vacanza (magari in qualche campeggio), si aggirano folkloristicamente liberi per le strade nostrane, rispettando il semaforo rosso anche quando sono a piedi e in giro non c'è un cazzo di nessuno.

Ultimamente però la mia antipatia per i crucchi di (C)ermania sta inesorabilmente diminuendo, proporzionalmente a quanto sta crescendo la voglia sempre più frequente di ascoltare solo e sempre: Colour Haze. Stai per andare a lavoro prendendo la scorciatoia campestre? Beh, allora ci vuole: "Mountain" dei Colour Haze. Hai voglia di gasarti come una bestia prima di una partita a calcetto? Beh, allora vai sul sicuro, metti: "Tempel". Sei magari appartato intimamente con una persona che ha l'organo genitale diverso dal tuo? Non ci sono dubbi amico, metti(lo): "Inside". Proprio da quest'ultima perla che ho citato, è partita la mia personale ricerca all'ennesimo splendido album prodotto dal trio(delle meraviglie) di Monaco.

"CO2" (2000-MonsterZeroRecords),continua pressapoco sulla stessa strada intrapresa dal precedente: "Periscope"; giusto compromesso tra l'alternanza di uno stile talvolta scorrevole e distensivo, talora carico di riffs massicci e cattivoni. Non siamo ancora all'apice della produzione colourhaziana(i capolavori arriveranno col passare degli anni, in sequenza, uno dopo l'altro), ma comincia a brillare ("Shine" per l'esattezza) e a distinguersi nel panorama "stoneratico", il sound caratteristico e particolare della band di Stefan Koglek (tra l'altro anche splendida voce). Dalla prima canzone fino ad arrivare ai circa 40 minuti e passa dell'intero album,state certi che prima o poi arriverà sempre puntuale e pungente quel cazzo di assolo in stile blues che me li fa così tanto amare e al tempo stesso renderli subito riconoscibili e originali anche a qualche miglio di distanza. Influenze? Facile pensare ai Kyuss, ma assolutamente a mio modesto parere,non derivativi. Aleggia piuttosto, in modo stabile e persistente, la buonanima di Giacomino Hendrix, seguita a ruota qua e là da qualcosa che rimanda al periodo seventies, sempre sottoforma di mini-jam session (altro assoluto punto di forza del gruppo).

Semplicemente il miglior gruppo stoner-rock attualmente in circolazione. Perchè Josh Homme nei Kyuss non ci torna più. Perchè un "sole rosso nella valle del cielo" non lo vedremo più. Perchè ora ci sono loro: i Colour Haze. Perchè metto su: "All right" e..."i feel all right, i feel ok,this is the place i wanna stay": parole sante.

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