I Cream erano tre. Gli Experience con Jimi (GodGuitar) Hendrix erano tre. Crosby. Still & Nash erano tre. Gli Slipknot sono 15. Io con la mia band, al nostro primo concerto, abbiamo suonato in 3. Del resto eravamo in 3! E ci hanno detto che non andava bene, che ci voleva una tastiera per “pompare” il suono, che c’era il “vuoto”. Onestamente abbiamo fatto schifo ma quella frase “ci voleva una tastiera” non mi è mai andata giù! Non l’ ho mai sopportata! I Colour Haze sono 3. Quindi sono nettamente inferiori agli Slipknot (a voi il capire se siano inferiori nel numero o nella sostanza ; ) ). Sono 3 tedesconi che mangiano krauti e tracannano birra. Ma soprattutto sono tre, e io quando ascolto un terzetto mi gaso da morire! Anche se uno suona il campanello, una suona il clacson e lui (il leader) la tromba. (pessima... nonchè vecchia. Ma ci stava così bene?).

Qui le cose sono diverse. BBC! Basso Batteria Chitarra! Semplicità all’ ennesima potenza. La quintessenza del rock nel senso ampio del termine. Che dire, io sono restìo ad usare la parola capolavoro per un album. Per me i capolavori si contano sulla punta delle dita. Ma questo album è strepitoso. Il suono distorto dei Marshall valvolari mi commuove ad ogni ascolto. Gli interminabili solo di chitarra di Koglek si perdono tra piatti del drumset che vengono maltrattati da Merwald. Fatico quasi a credere che a produrre queste perle di psico-prog-rock tipicamente anni ’70 siano questi ragazzotti tedeschi lo fanno nel 21st century (schizoid man?). Credo che le loro case siano invase da Kyuss, King Crimson, Jimi Hendrix e compagnia bella. Se devo immaginare la casa di Koglek, mi immagino il bagno, con sulla porta un poster formato gigante della copertina di “In The Court Of Criimson King”. Le canzoni sono tutte simili (nel genere ma non nella sostanza) liriche ridotte all’osso e e strumenti che si intrecciano con cattiveria e leggiadrìa per minuti e minuti. Addirittura più di 22 per “peace, brothers and sisters”, una calcata furiosa di chitarre immerse nell’acido che restituiscono all’ascoltatore una marmellata psichedelica da gustare con calma incazzata seduti sul proprio divano. (Che vuol dire “calma incazzata”? Ascoltare per capire!).

Mountain, Love, Flowers. Mi trovo in difficoltà nel selezionare una traccia da consigliare per il primo ascolto. Sono tutte così dense e zuppe di passione distorta che è difficile scinderle una dall’ altra. Ma il bello (anzi lo splendido) sta proprio in questo: questo album è un Album, non una serie di canzoni. E’ un viaggio, cattivo, contorto, urlato, sregolato perfettamente descritto con tre strumenti. In barba a chi ci avrebbe messo una “tastiera per pompare”. “3”. Per caso qualcuno prima di me ha detto che è il numero perfetto? Forse non aveva ragione, ma di sicuro con i “colore foschia” è andato molto vicino alla realtà. Da avere o per lo meno da ascoltare almeno 3 volte! 333 è anche meglio!

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