Torno a bomba con un disco mai recensito su DeBaser e che susciterà molte polemiche a causa dell'atteggiamento "politicamente scorretto" del gruppo in esame. I Combat 84 erano una band Oi! inglese composta da giovani incazzati e disoccupati.
Giovani disgustati dalla molle e debosciata cultura hippie ma anche dalle derive borghesi e intellettualoidi/pseudo-situazioniste che il punk stava imboccando (avete presente quel gruppo di inutili studentelli chiamato Crass?). Stufi dell'ipocrisia "alternativa", in realtà organica in tutto e per tutto al sistema che questi borghesucci dicevano di voler combattere, i Combat sfornarono una serie di singoli al fulmicotone dove con grandioso menefreghismo esprimevano le loro isolate ma sincere idee.
Un po' di Sham 69, un po' di Sex Pistols più qualcosa che sa di Stooges. Prendete un brano epico come "Rapist", condivisibile inno pro-pena capitale, e capirete. In "1982" gli inglesi fanno il verso a l'Iggy Pop di "1969" ("1982: nothing here for me and you"), mentre in "Right To Choose" si scagliano contro il conformismo di una certa fazione politica ("better dead than red") e contro il pacifismo.
Musica grezza, presa di colpo da un vinile e catapultata su supporto digitale per regalarci tutti i loro migliori brani.
Purtroppo, in alcune strofe, sembra che i Combat non disdegnassero parlare bene dei Marines e dei criminali a stelle e strisce. Ma tralasciando questo mio personale parere, che qualcuno forse condividerà, resta il fatto che "Orders of The Day" rimane il miglior album per capire questa entità minacciosa e genuinamente working-class.
Altro che "Anarcho Punk" e "Alternative Rock"!!
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