Ci sono dischi che lasciano a bocca aperta già dal primo ascolto tanto sono belli; altri, invece, già dal primo ascolto lasciano solo un fastidioso senso di incompiutezza e disordine. Altri ancora ti mischiano le idee e traccia dopo traccia confondono la tua mente: "Si, bellissimo! Erano anni che non sentivo una chitarra così trascinante. Mmmmh, no, mi sà che mi sono sbagliato, e poi sto pezzo è un plagio bell'e buono... mmmh no no... poca roba... Però, forse, ripensandoci..." Ecco: l'ultimo disco dei canadesi Costantines rientra nell'ultima categoria. Quella di mezzo. Il limbo dell'indecisione.
Paradiso o inferno?

Traccia numero quattro: "Lizaveta". Molta luce. Paradiso.
Un vortice concentrico e psichedelico di chitarre lisergiche, riverberi, echi e tutti gli anni sessanta (mi viene da dire il 1967 in particolare...) che trasudano dalle casse. Jimi Hendrix in alcuni passaggi, il vostro sogno americano di gioventù dentro una noiosa domenica assolata in provincia e Gesù Cristo in altri. Una favola.

Traccia numero sette:"Good Nurse". Troppo calore. Inferno.
Sembra una brutta canzone dei Police e addirittura il timbro vocale ricorda quello di Sting. "Mmmm più che altro sembrano gli Oneida che provano a fare una cover dei Fire Theft". Piuttosto sciapo.

Il discorso potrebbe durare un'eternità e domani saremmo ancora qui a fare "Paradiso. Inferno." quindi meglio chiudere qui, tanto siete ragazzi svegli e avete capito bene come funziona per questa produzione musicale. I Costantines sono una buona band. Suonano davvero bene e in più si rintraccia nella loro musica un ascolto maniacale in tenera età di alcuni validissimi dischi progressive dei Genesis come "Selling England By The Pound" e "The Lamb Lies Down On Broadway" che portano spesso la loro musica ad assomigliare ad una sorta di "predica" sonora che si dimena come un chilometrico serpente sotto al sole cocente. Rimandi continui, evoluzioni sonore, scale prog e anche qualche tromba ("Thieves") a dare un po' di blues ad un concentrato di belle emozioni e timidi ripensamenti. Forse l'unico modo per avere una certezza definitiva sul valore di "Tournament Of Hearts" sarebbe quella di andare ad un loro concerto e giudicare di persona se "vale la pena o no" dato che il sottoscritto è nel limbo tanto quanto il disco.
Ed ecco la sorpresa: "Toh... ma guarda che coincidenza... tra un po' i ragazzi saranno in Italia per qualche data
Ma tu pensa alle volte il caso...!!!"

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