Iberici, con la passione per gli anni settanta ed un amore incondizionato per gli Spiral Architect; di estrazione brutal-Death con il tocco jazz-fusion.
Attivi dal 1994, esordirono nel 2005 con un album omonimo, a mio avviso spettacolare, all'interno del quale i Continuo masticavano svariati generi ottenendo un prodotto di pregevole fattura caratterizzato da un riffing di stampo Death metal, un basso in perfetto stile Spiral Architect ed un drumming psicopatico che saltava senza preavviso in fosse oscure di tonalità brutal-Death; il tutto, condito da un nobile solismo ed inserti di tastiera.
Ai tempi in rete, qualcuno aveva, ovviamente, sottolineato che il punto debole di quel disco fosse la non completa fusione dei generi al suo interno; infatti era così.
Le parti brutal erano troppo staccate dal contesto in stile fusion-metal; a me piaceva ma capisco il disturbo di altri, perché in quei precisi istanti si creavano delle rotture che mettevano a rischio la continuità dell'ascoltatore.
Nel 2011 però, i Continuo Renacer si ripresentano al pubblico con il secondo capitolo di loro stessi intitolato "The Great Escape".
Perfetto!
Le influenze si sono amalgamate perfettamente in un magma sonoro che come principio e come fine ha l'integrità.
Della fusion ne è rimasto solo il concetto, il basso, sempre in evidenza, è ancora più preciso; non corre ma danza, insieme alla chitarra che in fase ritmica odora sempre di Death metal ed in fase solista è oltremodo sopraffina, ed insieme alla batteria che, sempre nervosa ma ormai stabile, produce un tappeto di rara bellezza.
Cinque tracce, tutto rigorosamente strumentale ed una registrazione perfetta.
Complimenti alla neonata "The Newborn" che con i suoi quindici minuti non annoia affatto, portando avanti un discorso che avrebbe da dire all'infinito.
Tastiere e solismi vari, richiamano all'attenzione i Deep Purple come nessuno avrebbe saputo fare.
Una vena intimista (lungo tutto il disco) né scandisce la circolazione.
La Grande Fuga è avvenuta!
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