Oggi me ne frego.

Me ne frego se non ho trovato la tracklist freedb, me ne frego se non ho ancora riempito i campi. Li riempirò quando mi sarò calmato. Me ne frego se c'è già una recensione completa ed esauriente di questo disco. Me ne frego.
Prendiamo una metafora. Stilosa. Immaginate un disco. Prendete, ad esempio, Jane Doe dei Converge.
Immaginate questo disco, artwork, copertina, booklet e tutto, che passa attraverso una testa umana, la rompe e ci entra dentro, ci passa attraverso, lo metabolizza questo cervello. Lo assorbe. Lo divora. Ditelo come cazzo vi pare.
Appena parto con concubine il ritmo cardiaco si sintonizza, è da infarto, è un calcinculo così grosso da fare davvero male. È sangue che esce dalle vene e dalle arterie e passa attraverso qualunque organo fino a beccare dritta dritta l'anima. Lo strazio delle corde vocali, sacrificate in nome di se stesse (non c'è un dio/realtà superiore a cui fare riferimento: il precedente calcinculo ha eliminato qualunque credo, idea o pensiero), corde metalliche, ruvide, così ruvide che potrei scarnificare il mio corpo intero su di esse. Una batteria così forte che ogni battito è un'infarto, ogni colpo è un'ictus, ogni colpo di piatto e senti qualcosa esploderti dentro. In mille pezzi. Che si colpiscono a vicenda. E creano nuovi frammenti. Che poi si riuniscono. Ed esplodono di nuovo.

Emozioni: scopri che non è rumore bianco, quello che provi. Non è odio quello che cerchi, non è rabbia quella che sfoghi. Qui sta il genio di questi fottutissimi 45: 17 minuti lunghi come un millennio e brevi come un secondo. Chiamatela negatività, schizofrenia, paranoia, chiamatela come vi pare: questo cd è vivo.
Vivo. Vi parla. Accarezza il vostro viso, ma nasconde una lametta fra le dita. Vi tira un pugno, poi apre la mano e vi dona vita. Vi ama, o vi odia, spesso fa entrambe [contemporaneamente] le cose con la stessa maniacale dedizione. Vi porta a letto, e non ve ne fa uscire integri. È vivo per chi lo ascolta. È in sua funzione, come ogni opera d'arte è in funzione del soggetto, eppure ne è così intrinsecamente legato, che, davvero, ho ancora la testa rotta.

Qual è la differenza fra un urlo ed un sussurro? Nessuna. Nelle orecchie, fanno male allo stesso modo. C'è chi ha scelto di urlare. Chi, invece, sussurra. Jane Doe urla sussurando alle nostre orecchie. Ai nostri cervelli. Alla nostra anima. Chi potrà mai dire se sopravviveremo alla nostra vita?

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