Devastato e morente, prossimo alla sconfitta perfetta: You Fail Me segna inequivocabilmente il passaggio dei Converge nell'anno del Signore duemilaquarto, marchiato a fuoco da una stretta cerchia di band americane, equidistanti necessariamente dai circuiti mainstream che ne inquadrerebbero in maniera distorta la scena di provenienza. Stiamo parlando di Isis, Dillinger Escape Plan, Old Man Gloom, Mastodon, gli stessi Neurosis, ed alcuni altri eroi di un sottosuolo tutto fuorché stantio e rassegnato.
D'altronde in Italia siamo abituati a calarci appassionatamente nel trend solo quando questo è già esploso ed emana appena gli ultimi bagliori di un fuoco domato più dal tempo che dall'aggravarsi del profilo artistico degli attori in questione, per cui a maggior ragione in questo caso, sarà faticoso per i più avvicinarsi a musica difficile e sofferente, di impatto emotivo lacerante ma apparentemente volgare.
I Converge propongono un hardcore di perfetta fusione punk/metal, indice di una crescita interna al gruppo passata attraverso cambi di formazione, etichette, ed esperienze diverse che ne hanno valorizzato il taglio e la disposizione artistica, maturatasi intorno alle figure di Jacob Bannon e Kurt Ballou.
Confezionato in un digipak dove dominano i colori del sangue e del buio, You Fail Me si presenta come il dovuto seguito al successo underground di Jane Doe, proseguendo in un percorso di estrema sofferenza, urlata in faccia al primo interlocutore che capiti a tiro. I Converge sono supportati da un'ottima sezione ritmica, che guida le chitarre attraverso la furia punk e i cambi di tempo improvvisi, costretti entro l'accorata disperazione di qualcuno che viene abbandonato a se stesso, e non riesce a trattenere la paura della solitudine. Drop Out, Heartless, Eagles Become Vultures sono ennesimi segnali della carica agonistica di questa band schizofrenica.
E' pressoché futile passare in rassegna i singoli brani di questo disco, perché è il tutt'uno a lasciare il segno, i trentacinque minuti della sua durata a costringere l'ascoltatore a voler assolutamente venirne a capo, e assorbire facendole proprie, sensazioni tanto furiose e devastate.
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