La città è completamente vuota.
Il silenzio e il vento dominano ogni angolo, ogni strada, ogni via. Nessuna traccia di qualche abitante; i grattacieli grigi che si stagliano contro il cielo plumbeo sono ormai stati abbandonati, porte e finestre dei negozi sono completamente sbarrate mentre gli scheletri di qualche altro edificio stanno a testimoniare che i bombardamenti sono arrivati fino a qui, ma che molto probabilmente non avranno fine.
Disseminati ovunque, veri abitanti di questo scenario desolante sono i rottami: rottami di computer, televisori, cavi, fili, schermi di tutte le grandezze, telefoni, antenne, circuiti, microchip..... occupano strade e i lati delle case, accatastati lungo i muri, ammucchiati nel bel mezzo di una piazza o in qualche cassonetto della spazzatura troppo colmo per contenerli tutti. Hanno perso il loro splendore, testimoni di una civiltà ormai in rovina, dominata da uomini-automi che hanno venduto la loro umanità e riposto la loro cieca fede nel freddo acciaio delle macchine; quelle stesse macchine da loro create e che li hanno portati ad una lenta ed inesotabile rovina.....
Se tutto ciò fosse vero, la perfetta colonna sonora per questo nuovo mondo non sarebbe quella composta da qualche brutale e apocalittico gruppo metal o da qualche malefico e solenne compositore, ma quella dei Cop Shoot Cop e del loro terzo album "Ask Questions Later", album ormai divenuto di culto per tutto il decennio dei '90. Figli della irriverente no wave anni '80 e dell'industrial più psicotico e aberrante, il quartetto new yorkese capitanato dal cantante Tod Ashley ci conduce per mano in questa città desolata, decantando con un sorriso sardonico e compiaciuto il futuro della nuova generazione post-umana. A differenza delle altre formazioni dello stesso periodo, come Nine Inch Nails, Skinny Puppy e Godflesh, i Cop Shoot Cop sviluppano un sound industrial diverso: è un industrial più melodico, ma dalle melodie deviate e a tratti tribali, disturbate da frequenze dal sapore noise, ma con una forte componente ironica: il gruppo americano prende atto della nostra decaduta modernità e, come giullari impazziti, balla sopra le sue macerie, poichè altro non si può fare.
Citare ogni pezzo è impossibile ed anche inutile, in "Ask Questions Later" è tutto l'insieme a stupire: "Surprise, Surprise" vi sconvolgerà per la sua violenza, con le percussioni in primo piano (il gruppo non aveva un batterista), "Room 429" per la sua melodia sarcastica ma allo stesso tempo così piena di tensione e "Cut To The Chase" per la sua atmosfera ipnotica e metallica, sulla quale viene a posarsi un violino sognante e dal sapore orientale..... e così per tutto il resto del disco.
Cupo, angosciante, grottesco, violento, inquietante ma anche ironico, ipnotico e irriverente: questo ed altro ancora sono "Ask Questions Later" ed i Cop Shoot Cop, un gruppo che ha saputo rinnovare la musica industrial d'atmosfera, ma che è rimasto troppo a lungo sconosciuto ai più.
Fine della città, strada interrotta: non si può tornare indietro.
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