Qualche annetto prima di cimentarsi in ruoli di eroe positivo con tutte le forme di combattimento esistenti (dal muay thai allo street fighting, passando per i tornei di sputazzella e lancio della caccola), il divo degli action-movie Jean-Claude Van Damme recitava una piccola ma significativa parte nel film "Kickboxers - Vendetta Personale".
La pellicola, la cui datazione è collocabile tra 1985 e il 1986, si inserisce a pieno titolo in quel filone cinematografico spesso accusato di filoreaganismo che vede in "Rocky IV" il suo più celebre rappresentante, nonché capro espiatorio. Pare che in quegli anni i registi che volessero inscenare contese venate di patriottismo, erano del tutto esentati dalle regole del diplomatically correct; non era un mistero, dunque, che la contrapposizione politica tra USA e URSS divenisse il pretesto per epiche e gratificanti battaglie più o meno sportive. Basti pensare che perfino nel coevo "Highlander", nel quale Christopher Lambert interpretava un guerriero delle highlands scozzesi trapiantato in America, il cattivo di turno (il mitico Kurgan) discendeva, secondo la leggenda, da una terra lontana che oggi corrisponde alla Russia.
Ma torniamo al film in questione che, alla luce di queste premesse, si presenta come una trasposizione a tutti gli effetti di "Rocky IV" nel campo delle arti marziali. L'unica sostanziale differenza riguarda il budget: un bel po' di dollaroni sborsati per il primo, circa 3.000 lire per il secondo.
Jason è il classico bravo ragazzo che aiuta il papà, un karateka onesto e leale, nella gestione di una palestra a Los Angeles. Un bel giorno, vi si presenta un manipolo di balordi intenzionato a reclutare l'uomo nella loro organizzazione criminale. Quest'ultimo, tuttavia, paga per il proprio rifiuto venendo sonoramente malmenato da uno dei tirapiedi del boss, il russo Ivan Krashinski, che per comodità chiameremo semplicemente "Ivan Damme" (resta un mistero, almeno per me, perché anch'egli porti lo stesso nome di altri personaggi cinematografici di origine sovietica come Ivan Drago e Ivan Danko). Preoccupato per l'incolumità della propria famiglia, il poveretto si trasferisce a Seattle, ma anche lì i due non hanno vita facile. Per un banale fraintendimento, Jason non riesce ad entrare nella locale scuola di karate, e viene più volte umiliato da alcuni membri. Solo l'aiuto dello spirito di Bruce Lee, di cui è grande fan, gli darà la forza di resistere ai soprusi e di risollevare la propria autostima. Nel frattempo, l'organizzazione criminale di cui fa parte Ivan Damme arriva anche a Seattle, ma stavolta le "trattative" conducono ad un incontro tra il sensei (la cui sorella intrallazza con Jason) più altri 2 rappresentanti della palestra locale e il temibile russo, sul quale è riposta la più totale fiducia. Com'era prevedibile, il cattivissimo sovietico mette a figura di merda i tre atleti americani, sfoggiando un repertorio a metà strada tra il wrestling e Dragon Ball (con un double-kick fa letteralmente volare un avversario fuori dal ring); ma come accadde in "Rocky IV", il russo, per quanto forte e apparentemente imbattibile, non fa i conti con il "cuore americano"; un indemoniato Ivan Damme stava per infierire sulla giovane fiamma di Jason, ma questi, che fino a una settimana prima le avrebbe prese anche da Malgioglio, si fionda sul ring in tempo per salvarla e per fronteggiare vittoriosamente il proprio avversario, grazie ai saggi consigli e agli allenamenti di un Bruce Lee ex-machina.
Se la tanto biasimata opera di Stallone si concludeva con un messaggio di speranza e di distensione tra le due superpotenze, ciò non accade in questa pellicola, decisamente più cinica. Scongiurata la minaccia sovietica, l'eroe americano viene portato in trionfo e così sia. Ma il vero motivo per cui vale la pena apprezzare questo film è un altro: Van Damme le ha prese, circostanza mai più verificatasi nei successivi 25 anni di carriera! E se ci aggiungiamo che a suonargliele non c'era un Dolph Lundgren o un Chuck Norris, ma un anonimo ragazzo fisicamente poco più prestante di Fassino, sono sicuro che questo diventerà il vostro film di lotta preferito!
Da rivalutare.
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