In sincerità, mi ha sorpreso che Guzzanti stesse realizzando un film sulla storia dei "Fascisti su Marte", un idea già proposta al pubblico nella trasmissione "Il Caso Scafroglia", andata in onda qualche annetto fa sulla terza rete (con una programmazione quasi clandestina; sempre in clamoroso ritardo).

La trasmissione TV aveva momenti di satira davvero violenta e intelligente, pur peccando un pò di ripetitività. Il momento più stucchevole era a mio avviso, proprio la riproposizione, a evidente scopo riempitivo, della sigletta "Fascisti su Marteeee" ecc ecc... ma tanto sta! Il buon Guzzanti ha deciso di realizzare una versione estesa della storia del ridicolo gerarca Barbagli, e della sua opera di colonizzazione del pianeta Marte.

Il film comincia in puro stile cinegiornale anni 40 (un impostazione un pò in stile "Zelig" di Woody Allen per intercerci), narrando di una missione top-secret del regime fascista italiano. Un piccolo gruppo di soldati viene spedito con una navicella spaziale sgangherata a colonizzare il rosso Marte e ricondurlo al Nero della rettitudine e del moderno progresso. Sul pianeta i fascisti non faranno fatica a dichiarare guerra a nemici inesistenti, per essere poi ridicolizzati bellamente quando una civiltà super-evoluta si presenterà a fare amicizia.

Non vi è dubbio che un tema così fantasioso, mette a disposizione infiniti spunti per spremerci battute satiriche, con conseguenti riflessioni sui meccanismi propagandistici dei fascisti di ogni tempo; ed è proprio questa onnipresenza 'evergreen' della retorica e della propaganda populista il tema centrale e l'obiettivo comico (tragico...) del film. Quindi fiato alle trombe, con il ridicolo linguaggio da cinegiornale fascista, l'estenuante richiamo a motivi di orgoglio nazionale senza senso, la creazione continua di acronimi e istituzioni su ogni ridicola attività... insomma, un gran minestrone di satira in salsa fantasy.

Da ricordare, un momento in stile Allen prima-maniera, con una testa gigante di Mussolini che insegue in sogno Barbagli, forse una citazione della tetta gigante di "Tutto quello che avreste voluto sapere...".

Ho gradito poi, il finale del film, in cui ciò che resta dell'avventura fascista anni '40 entra in contatto con la super-tecnologia americana del nuovo millennio. Una scena suggestiva, ironica, ben realizzata, e che racchiude il messaggio generale della pellicola: 'Il populismo e l'imperialismo-colonizzatore ci saranno sempre, non solo nella penisola a forma di stivale'.

La sensazione complessiva, è di un film che tenta di raggiungere un obiettivo ambizioso anche con l'arma del divertimento e dell'ironia... obiettivo purtroppo mancato. Le battute non sempre sono convincenti e i destinatari delle battute sono scelti in maniera troppo confusionaria. L'ironia è sparata un pò a caso; una volta sui luoghi comuni del vecchio regime (le parate militari che facevano il giro di palazzo per apparire numerose) o sulla propaganda morderna ("costruiamo un ponte!") o su questioni specifiche ("... e lo lasciaron a ricontare le schede...") e così a seguire.

Come se la sceneggiatura fosse un collage di idee, più che un opera narrativa organica. Non c'è quindi una storia che generi empatia con le vicissitudini degli esploratori. Con queste carenze la noia è dietro l'angolo, e comincia ad aleggiare minacciosa durante la seconda parte del film.

Un film da vedere per curiosità e intrattenimento, senza attendersi le genialità spiazzante a cui ci ha abituato il Guzzanti-Comico.

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