Basta, basta, basta: quante volte avrete pronunciato queste parole davanti alla TV, sfogliando un quotidiano, peggio un settimanale, oppure un mensile, inondati da una cascata di pubblicità fastidiosa, martellante, ingiustificata?
Ci siamo sempre chiesti la necessità di proporci pane, olio, pasta, dentifrici, reggiseni, slip, salva-slip, acqua, birra, caffè, tutti beni di primo consumo ai quali non potremmo dire di no, anche senza pubblicità; per non nominare tutti gli altri beni di consumo clamorosamente superflui: ma allora che ce li promuovete a fare?
Insomma a cosa cavolo serve codesta pubblicità? è possibile farne a meno? c'è qualcuno nel mondo dell'imprenditoria che non la usa? Vi posso rispondere con un: si, certo! Qualcuno che ha fatto fallire miseramente la sua impresa, mi direte, ma neanche per idea, vi risponderei!
Forse è tutta una sciocchezza quello di cui vi parlerò, forse mi prenderete per folle o peggio per irrimediabilsicurainconfutabilmente rimbambita. Forse che si, forse che no (licenza poetica).
Fin da piccoli tutti, ma proprio tutti, abbiamo scoperto i giochi che occupano la mente: da ragazzi per abituarci alla concentrazione e da adulti per lucidarci i neuroni, ingrassando gli ingranaggi arruginiti dal tempo. Sapete di cosa parlo, sono sicura di si: i giochi enigmistici. Il primo settimanale del genere, fondato nel lontano 1932, è "La Settimana Enigmistica" nato dalla mente di un nobile sardo, l'ingegnere Giorgio Sisini: fu un successo che valicò il Tirreno, si fa per dire, inmenchenonsidica.
Sicuramente molti di noi comperavano il giornalino per i genitori: mio padre, invece, se lo accaparrava ogni sabato mattina, "Strano, ma Vero", era l'unico che acquistava personalmente, poiché dei quotidiani se ne occupava mia madre.
Praticamente un successo mai venuto meno; a tutt'oggi sfogli quelle pagine e ti ritrovi, seppure con l'attenzione al rinnovamento, le stesse rubriche, lo stesso schema di difficoltà per molti giochi, specie le parole crociate e i rebus; eppure vi è una caratteristica che rende "La Settimana Enigmistica" unica: al Suo Interno è Totalmente Priva di Pubblicità, ebbene si, non è ammessa la benché minima pubblicità. Pensate la cosa strana, oserei dire innaturale, che è questa: c'è gente che campa senza promuovere il suo prodotto, senza pubblicità e non muore suicida!
Mi rendo conto che la proposta di lettura è più che strana, ma la definirei terapeutica: qualche ora di sano divertimento, stimolando la mente e godendo di una piccola isola protetta dalle dinamiche di mercato, che ti obbligano a soffrire come un paio di scarpe strette.
P.S. forse non sono in vendita dei veri libri, ma gli appassionati collezionisti ne rilegavano le annate e le mettevano in bella mostra sulle loro librerie. Cari Editor, è sufficente per inserire tali pubblicazioni fra queste DeRecensioni?
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